Ero al bar questa mattina. Avevo un lavello da lavanderia nel baule della mia macchina. Indossavo una felpa nera, con cappuccio, perché questo vento non mi piace. Sorseggiavo il solito con le amiche e al solito si parlava di scuola.
All'improvviso è squillato il telefono.
Non son mai buone notizie alle otto e mezzo del mattino. Era mia mamma:
"MiV, vai dalla nonna questa mattina. Mi ha chiamato che non sta bene, non riesce ad alzarsi dal letto".
Per un attimo, un istante piccolo, una frazione infinitesimale di secondo ho pensato: "No!! Ho il lavello da portare, i vetri da pulire, la spesa da fare!".
Poi strisciante mi è salita l'angoscia. Devo correre da lei, mi dicevo, inquieta. E così mi sono lanciata, il lavello dondolante in macchina e la benzina in rosso.
Ho le chiavi, non le uso quasi mai. Suono sempre di solito, perché mi piace che lei dica: "Chi sarà venuto oggi a trovarmi?". Ma oggi è diverso. Dunque apro e entro.
Già non trovarla in poltrona mi metteva a disagio. Eccola là, distesa, nel letto.
"Nonna sono io". Le dico piano. Lei apre gli occhi. Che occhi piccoli hai, nonna. Lei mi riconosce e comincia subito a dirmi e a scuotere la testa.
"Aspetta nonna, prendo la sedia". E mi accascio al suo fianco.
Quanti lupi abbiamo già cacciato, nonna! Quante volte mi sono seduta al tuo capezzale? Cambiavano le stanze, cambiava il mondo intorno, i nostri visi erano diversi, ma io e te eravamo quelle, le stesse di oggi, martedì 20 settembre.
Quei quaranta centimetri che ci dividono sono quello che più ci unisce. Il nostro parlottare fitto, il nostro reciproco sostegno, la nostra lacrima facile, il nostro sguardo sui bambini.
Sì, i bambini stanno bene e la casa procede. Stasera ti porto la minestra, faccio un passato di lenticchie che sfido chiunque a non mangiarlo.
Non ci servono cacciatori, nonna. Adesso abbiamo imparato come si fa a difenderci dai lupi. Tu non ti preoccupare, alzati e bevi il té. Al resto ci penso io.
MIV un abbraccio immenso e stretto a te e alla nonna.
RispondiEliminaSei in gamba, mi hai ricordato Cappuccetto Verde, so che i lupi staranno alla larga se fate loro capire chi siete...
Dedico queste parole alla tua nonna, come un giorno le dedicai alla mia....
RispondiEliminaRistora
d'un afflato
le fragili
speranze
un tiepido torpore,
una stanchezza bianca.
I nonni sono le nostre radici.
RispondiEliminaAbbraccia la tua nonna anche per me. In bocca al lupo in questo caso non si dice, perchè li avrete già mandati via tutti!
RispondiEliminaUh, che bello! Proprio in questi giorni la mia nonnina compie 90 anni e capisco ogni parola che scrivi come se fosse mia... grazie!
RispondiElimina