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martedì 14 giugno 2011

ALFREDINO E' CADUTO NEL POZZO ovvero SPECCHIARSI E AVERE PAURA

Più che ricordi netti, ho delle immagini soffuse. Dei profumi (il caffè dopo pranzo da mia nonna), dei suoni (il Gazzettino Padano alla radio), delle sensazioni tattili (quei giochi ad incastro dell'asilo, quelli con tante gambette molli ai lati e i buchi al centro). I primi ricordi sono legati a delle delusioni, quando le maestre dell'asilo appunto, negavano ad alcuni bambini il premio dell'ostia non consacrata, perché avevano messo a posto in modo meno veloce di altri e io ero sempre tra i lenti...
Oppure il primo giorno di scuola, con mio papà che per scherzare si era messo al banco e aveva fatto finta di incastrarsi e tutti ridevano e io con loro.
Ma prima, il 10 di giugno del 1981, tra l'asilo (si chiamava così allora) e le elementari, un bambino era caduto nel pozzo. E si chiamava Alfredo Rampi, Alfredino.


Ancora mi turba questa foto.
Ricordo perfettamente di essere rimasta impietrita davanti alle immagini. Ricordo di non aver capito bene cosa fosse successo. Questa foto continuava a passare e io pensavo che ehi, quel bambino ha la canottiera come la mia, blu a righe bianche, aderente. Ricordo una mamma china per terra che parlava e la voce debole di un bambino che aveva sete o fame, non so. Non capivo cosa aspettassero per farlo uscire da lì. O forse avevo paura di capirlo.
Ricordo che improvvisamente capii che la tv raccontava una storia vera, che nulla era finzione e che io guardavo nel buco esattamente allo stesso modo dei curiosi che passavano di lì. E anche questo mi fece paura.
Ricordo di aver pensato che quel bambino aveva la mia stessa canottiera bianca e blu, aveva i capelli come i miei, e anche le braccine magre, le ossa sotto il collo che si vedevano sempre nelle foto. Ero un po' io quel bambino caduto nel pozzo perché forse, oggi lo penso e non allora, è proprio vero che una cosa che accade ad un bambino, accade a tutti i bambini. 
Eravamo lì, in molti, a fare il tifo per lui e io l'ho sognato quel bambino per anni e anni. Ad un certo punto, probabilmente per aiutarmi, ho cominciato a vedere Alfredo come il protagonista sfortunato di una favola con la morale e per anni e anni ho avuto paura di correre su un prato, paura di cadere in un pozzo e di non uscire più.
Adesso ho 35 anni e penso al coraggio della madre e mi ammutolisco e m'inchino.
Alfredo era nato, come me, nel 1975.

15 commenti:

  1. mi ricordo la sua voce dal pozzo, mi ricordo che uscivo sul terrazzo tappandomi le orecchie perchè mi faceva orrore e paura.
    ci penso ancora oggi quando attraverso un gerbido.
    oggi sì che penso a sua mamma.

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  2. Me lo ricordo bene, avevo quasi 12 anni e mia mamma ci ha lasciato vedere tutta la diretta.
    Ma non penso che chi ha seguito queto tragico evento l'abbia fatto per essere spettatore e guardone, penso che eravamo incollati alla tv con la speranza che ce la potesse fare.
    Anch'io oggi da mamma penso alla sua mamma.

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  3. classe 1973, l'ho vissuta come te. capire e non voler capire del tutto. ricordo che mia mamma cercava di "filtrare", di aiutarmi ad elaborare la vicenda con il supporto delle sue parole mentre le notizie correvano. ricordo quante domande facevo e quanto il sonno fosse sempre accompagnato da alfredino. la paura di tutti che diventa reale, troppo reale.

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  4. Anch'io del 75. Ripensavo stamattina in macchina che il primo ricordo è quello della sera davanti alla tv. Le immagini nere e marroni e un senso di claustrofobia alla bocca dello stomaco.

    Ho sempre il groppo quando ripenso a quel bambino della mia età lì dentro. Dentro un pozzo in campagna ci sono caduta anch'io. Ma sono stata salvata facilmente. Ho avuto paura però. E quelle immagini erano ne erano lo specchio.

    Adesso come te, ripenso anche alla madre.

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  5. Penso che sia un ricordo indelebile e doloroso per tutti quelli della nostra generazione (io sono del '72) e che in quel periodo eravamo ragazzini!

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  6. qualche giorno fa è capitato anche a me di ripensarci non mi ricordo il motivo scatenante...brutta e triste storia e qualche ricordo della diretta televisiva..un angioletto che ci guarda dal cielo...

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  7. mi hai fatto commuovere, per le stesse sensazioni. io ricordo anche la lentezza del tempo, l'attesa: e quel pompiere che si è calato ed è tornato a mani vuote.

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  8. Ci ho ripensato anch'io qualche giorno e fa mi sono tornati alla mente sensazioni, pensieri, timori, incredulità... ora, ricordando la vicenda da mamma tutto diventa ancora più spaventoso...

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  9. La vicenda di Alfredino Rampi! Sì, la ricordo molto bene! Come si fa a dimenticarla? Ricordo che si parlava solo di quello... a scuola, a casa. Il pensiero di tutti era rivolto a quel bambino nel pozzo. Sembrava incredibile! Si continuava a guardare la televisione, ma non per morbosità, ma proprio per vedere se erano riusciti a salvarlo. Tutti, me compresa, non volevano abbandonare la speranza di una soluzione positiva. Una tragedia che ha colpito davvero tutti!

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  10. anche io del 75. La foto e la tv non so se le ho viste: mi ricordo che sapevo la vicenda, mi angosciava e immaginavo tutti i modi per scavare quelle maledette gallerie nel fango e prenderlo.

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  11. Ho visto un documentario quando ero incinta di Simo 3 anni e mezzo fa... Finì a tarda notte e non potei più dormire fino al mattino dal dolore.
    Ricordo tutto di allora (io sono classe 1972) e ora che sono madre quella tragedia mi annienta ancora.

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  12. Sì anch'io ricordo benissimo il piccolo bambino..dovevo fare gli esami di 3^ media...e nonostante fossi "grande" non mi capacitavo delle notizie..mi sembrava assurdo che non si riuscisse a far nulla per lui...è stato un dolore immenso, che non dimenticherò mai...

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  13. Io non ho ricordi legati al quel doloroso evento. So cosa è successo perchè l'ho sentito anni dopo... eppure gli anni sono quelli.

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  14. Sono disgrazie che lasciano il segno. Io sono dato qualche anno dopo ma ne ho comunque sentito parlare. C'era tutta Italia che sperava.

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  15. Me lo ricordo Alfredino, come dimenticarlo. Avevo 7 anni e tutta la famiglia seguiva con apprensione quella vicenda che purtroppo non è finita nel migliore dei modi. Vicino casa mia c'era un pozzo ed io avevo il terrore che ci potesse cadere dentro uno dei miei fratellini o qualche amichetto. Non ci dormivo la notte.

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