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giovedì 22 marzo 2012

UN FIERONE 'GIUSTO' ovvero SULLA SCUOLA STEINERIANA (e su quella pubblica)

PREMESSA
Mangiamo bio al 90%.
Giochiamo con giochi che siano il meno possibile plasticoni.
Moderiamo l'uso della televisione, del computer e di tutto quello che è tecnologico, ai bambini. E con in casa uno di otto anni è dura. Altro che.
Andiamo a Natale al Bazar della Scuola Steineriana.
Mi confronto con chi conosco sulle loro attività.
Apprezzo moltissimi aspetti dell'impianto pedagogico di Steiner (su una minima parte ho delle cose da eccepire, ma sono, appunto, una minima parte).
Abbiamo letto i libri:


SVOLGIMENTO
Mi arrivano inviti di amici che mandano alla Steineriana i loro bimbi dicendo di partecipare alle loro animazioni che si terranno a Fa' la cosa Giusta a Milano.
Al momento mi son detta ehi bello però, vediamo cosa propongono....
Poi però ho realizzato che in quel contesto forse qualcosa strideva. Mi sono detta che qui si parla di cose giuste da fare, di azioni che aiutino, di "un sistema di relazioni economiche e sociali che pone l'uomo e l'ambiente al centro, cercando di coniugare sviluppo con equità, occupazione con solidarietà e risparmio con qualità", come dice il sito. Dov'è l'equità della scuola steineriana? Dal momento in cui l'accesso non è equo, un po' tutto si scioglie... 
Ieri sera ho ascoltato un dibattito dove c'erano Cacciari e Bettazzi. Hanno parlato, appunto, di giustizia e dunque di equità. E Cacciari citando Aristotele ha detto che il filosofo greco intendeva l'equità come la possibilità di dare a TUTTI accesso al meglio. 
Ci sono diversi livelli di "giustezza", a mio parere. Ci sono cose più giuste di altre. Se con giustizia si può intendere quello che dice il Sabatini Coletti e cioè: "Principio morale, virtù, consistente nel dare a ciascuno il dovuto, nel giudicare con equità", allora l'unica scuola che può offrire questo è quella pubblica, perché non guarda ai mezzi economici né a quelli culturali né a quelli fisici nell'offrire il proprio sapere indistintamente, magari non al meglio, chi lo nega, ma spesso tentando l'impossibile.
E quindi ecco il perché del mio stridore iniziale. Ecco, mi sono detta in sostanza, forse non è quello il luogo migliore per pubblicizzare la pedagogia steineriana. Perché andare ad una Fiera? Una Fiera di CONSUMO critico. Dove ci va chi vende? E' per vendere la pedagogia steineriana?
Ribadisco, per evitare di farmi capire male. Nel migliore dei mondi possibili, PER ME, la scuola pubblica sarebbe per sua costituzione, la scuola giusta, però non vivo nella periferia della periferia di una megalopoli e non so lì com'è oggi la scuola pubblica, in che stato versi, se comatoso o moribondo. 

CONCLUSIONE
La penso come Stima di Danno, che a suo tempo qui e ieri qui, ha speso due parole sulla fiera.
E nella sostanza delle cose la penso come Bettazzi, Cacciari e, scusate, Aristotele che definiva il concetto di giustizia come legato alla cura dell'altro. E per altro, ha chiosato Cacciari, si intende l'altro da me, quello che da me è diverso. E questo è un valore che insegna solo una scuola.

13 commenti:

  1. Ho letto tutto il post anche se di figli non ne ho.
    Ma la scuola deve essere di tutti e PER tutti!
    Se questo metodo e' bello dovrebbe essere reso pubblico.
    In pratica ho capito che la penso come aristotele.

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  2. ci ho pensato ancora su, MIV. nella lista delle contraddizioni che tengono vivo il nostro pensiero c'è il confine labile tra comunicare e vendere... ci siamo tutti su questo confine, credo.

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  3. che poi la scuola pubblica tra l'altro è pure lei presa d'assalto da chi le/ci vuole vendere di tutto, pure i libri e le gite!!!! Ci sono fiere per le gite!!

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  4. Ottimo post che rende giustizia alla scuola pubblica. Ma da chi ci lavora e ogni tanto ci vive dentro, temo non sia così equa.
    Parlo delle scuole superiori, quelle che conosco. E' vero sono alla portata di tutti, ma come mai nei licei si vedono ancora così pochi stranieri, mentre in un professionale sono circa l'80%? Proporre una gita di più giorni sapendo che qualcuno non vi potrà andare per motivi economici?
    Sono comunque d'accordo con Stima: ognuno ha le sue contraddizioni, bisogna riconoscerle e conviverci

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    1. E' verissimo quello che dici.
      E quanto alle contraddizioni, sul conviverci molti di noi lo fanno in scioltezza, sul riconoscerle ho qualche riserva...

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  5. ciao, ho scoperto da poco il tuo blog ed è la prima volta che commento.
    vado a Fà la cosa giusta da diversi anni, rispetto all'inizio è molto cambiata, ma del resto è una vetrina come tutte le fiere. Forse promuovere la pedagogia steineriana in uno spazio diverso dalla scuola stessa e dare maggiore visibilità potrebbe andare a vantaggio non solo della scuola in questione (del resto per esistere deve avere iscritti), ma anche di quella pubblica perchè ci saranno genitori e insegnanti che vedendo da vicino quello che si fa alla steiner si renderanno conto che molte cose si possono applicare ovunque ed hanno a che fare solo con il buonsenso.
    Manu

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    1. Ciao Manu e benvenuta!
      L'intento, presumo, dell'ass. steineriana di andare alla fiera penso sia proprio quello della divulgazione. E naturalmente porta dei benefici. Io riflettevo in particolare sul fatto, come dici tu, che la fiera è cambiata. Una mia amica che per motivi di lavoro la segue sempre mi dice che negli ultimi tempi la fila più lunga in fiera è quella al bankomat! E questo dice molto.
      La seconda cosa è intitolare il proprio invito: Fa' la scuola giusta. Ecco, questo è un po' troppo a mio avviso..
      Grazie del contributo!

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    2. ...Conosco alcune persone di quella scuola, probabilmente non c'era alcun intento polemico nello scrivere così, forse solo un gioco di parole. del resto io mando mia figlia in una asilo steineriano e sto pensando se proseguire il percorso oppure no, cioè sto valutando se quella scuola è quella GIUSTA per NOI.
      Sulla fiera è vero che adesso trovi di tutto e di più anche poco equo, ma credo che il messaggio di fondo sia ancora valido nella maggior parte dei casi, quando 5 anni fa ho inizato ad usare i pannolini lavabili trovare informazioni era un problema e soprattutto se non volevi farti spennare dovevi comprarli all'estero, lo scorso anno ho visto dei produttori di pannolini italiani a prezzi ragionevoli; se non ci fossero eventi del genere molta gente a queste questioni nemmeno si avvicinerebbe.

      Manu

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  6. Ciao, ho letto con molto interesse questo post e mi permetto di darti anche la mia opinione in merito alla fiera, evitando di parlare di scuole però, perchè non ho l'esperienza adatta a tal rigurdo.

    Fa' la cosa giusta è per me un appuntamento annuale importante: mi permette di poter raccogliere, in una sola giornata, le informazioni che, usando il web o le mailing list a cui sono iscritta, dovrei impegnare ben più tempo a raccogliere: un vantaggio non da poco, nell'economia del mio tempo che scarseggia sempre.

    E' una fiera, certo, e pertanto nell'accezione più pura serve per mettere a conoscenza del pubblico le novità di un settore; nell'accezione più odierna è di certo una vetrina commerciale per molti, ma credo che ogni partecipante abbia la capacità di decidere se comperare e cosa.

    Nel tempo la fiera mi ha regalato tanti nuovi "fornitori" che continuo anche oggi ad utilizzare, personalmente o tramite al GAS a cui appartengo: tra gli altri, Zerorelativo, comunità di scambi a cui partecipo da diversi anni; Koinè, cooperativa che ha in gestione il nido (comunale) frequentato da mio figlio; l'editore il Leone Verde; e non parlo di tutti gli altri per evitare pubblicità gratuita :-)

    Insomma, io non ho mai fatto code al bancomat, forse, ma di certo ho utilizzato le informazioni che ho raccolto in queste giornate per usare meglio il mio denaro dopo.

    Alla prossima,
    Grazia

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  7. "Se il metodo è così bello dovrebbe essere pubblico". Come non essere d'accordo? Tanto che, Rudolf Steiner ha aperto la prima scuola per i figli degli operai della fabbrica Waldorf Astoria che vi accedevano senza pagare. Questo è il fondamento stesso delle scuole cosidette "Waldorf". Dunque, la contraddizione esiste: oggigiorno le scuole steineriane non sono gratuite per il semplice fatto che sono le rette a determinare la loro stessa esistenza: è una forma di autofinanziamento. La scelta è in relazione al metodo pedagogico: ad esempio in Svezia, questo viene adottato in alcune scuole statali; ma in Italia non è così. E dunque? Si può pensare che tale contraddizione sia insormontabile come invece, per qualcun altro "stare" all'interno di questa contraddizione ha significato e significa "lavorarci su" aderendo a questo progetto educativo e promuovondone la diffusione proprio perchè un giorno si possa superare l'ostacolo economico. Detto questo, un genitore che iscrive il proprio figlio in una scuola steineriana è consapevole che pagando la retta per intero, e possibilmente un po' di più, agevola altre famiglie che non possono permettersi di pagare una retta piena. Ogni scuola mette in atto questo sistema di solidarietà a seconda delle proprie possibilità. Al momento, questo, e tutti gli sforzi quotidiani di genitori e insegnanti nel trovare soluzioni che possano rendere questo metodo scolastico accessibile a tutti, così come l'aveva pensato Steiner, è ciò che abbiamo. Insomma, è un punto di partenza, non di arrivo. Questo è un punto che mi è parso importante chiarire.

    Per il resto, se, per caso, qualcuno avesse interesse a capire come mai una scuola steineriana si è "trovata" in questa fiera, cosa è stato proposto in queste tre giornate, il senso dell'aggettivo "giusta" nel volantino di invito,come è stata questa esperienza in fiera, ecc... sarò felice di rendermi utile in tal senso.

    Senza voler creare un dibattito, riporterei la cosa sul piano individuale: possiamo scambiarci le email o anche sentirci per telefono o - perchè no?- prendere un caffè insieme. Infine, per chiarezza: mi sento di poter fornire le risposte di cui sopra in quanto:

    - sono una delle persone che ha inviato l'invito a MIV

    - mia figlia frequenta la scuola in questione

    - faccio parte del gruppo di lavoro che ha organizzato la presenza della scuola alla fiera

    Silvia

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    1. Cara Silvia,
      ti ringraziono molto per le parole che mi hai scritto e non ti nascondo che ci sperassi.
      In sintesi ti dico le mie perplessità.
      La prima riguarda il fatto che molte famiglie non solo non hanno i mezzi economici per affrontare le scuole steineriane (e mi fa piacere sapere che voi genitori insieme alla scuola cerchiate delle strategie in merito per aiutare le famiglie), ma soprattutto non possiedono i mezzi culturali. Ossia, io genitore della scuola pubblica posso dire ai miei insegnanti (e ti assicuro che lo faccio molto spesso!!): ehi, guardate là cosa fanno, proviamoci anche noi! E in tal modo spero di offrire anche a chi ha meno strumenti la possibilità di 'toccare' con mano un modo diverso di vivere la pedagogia.
      Ma da dentro, cioè dalla vostra posizione, il gioco non riesce, o riesce meno perché la vostra utenza viaggia tutta sulla stessa sensibilità. Andare alla Fa' la cosa Giusta, non aiuta, perché sempre lì andate a parare.
      La seconda cosa che penso è che la scuola pubblica stia lentamente morendo perché, come per il sistema Italia, ci sia una fuga di cervelli e di anime. Penso a voi genitori 'steineriani' come una risorsa bella che la scuola pubblica ha perso. E di questo me ne rammarico molto.
      Al caffè ci tengo nè!
      Grazie.

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    2. Il discorso è molto articolato e come se non bastasse ora c'è pure altra carne al fuoco: insomma, dovrei aprire un blog a mia volta!
      Sono fresca di esperienza (una bellissima esperienza "umana"), non sapevamo davvero cosa aspettarci. La sensazione primaria che mi è rimasta dopo questi tre giorni è prima di tutto aver (passami il termine che può sembrare un po' pretenzioso ma non ne trovo un altro per esprimere un concetto ampio) "fatto cultura". Personalmente, ho parlato con genitori, nonni, studenti, insegnanti, futuri insegnanti da ogni parte di Italia (e anche dalla California!). Chi conosceva poco o tanto e chi non conosceva affatto. Alle nostre lezioni aperte ci sono passati parecchi insegnanti. Credo sia comprensibile da parte nostra sperare che da questo nostro modo di comunicare possa poi rivelarsi a promuovere la scuola.E' molto difficile trovare un posto "esterno" alla scuola per farci conoscere, un contesto che abbia un minimo di coerenza con noi. Ti assicuro che è stata una scelta coraggiosa: soprattutto da parte degli insegnanti che si sono messi in gioco. Tieni conto che questa pedagogia generalmente NON è poi così conosciuta, la strada è mooooolto lunga per poter arrivare a TUTTI, ma da qualche parte bisogna pur cominciare; nel contempo, saresti sorpresa di vedere la varietà di famiglie che frequenta la nostra scuola. Il percorso è lungo e impegnativo e noi siamo in cammino.
      Mi spiace che tu non abbia pensato di espormi le tue perplessità personalmente e mi spiace che tu non sia venuta in fiera per vedere effettivamente cosa stavamo facendo e con quale spirito. E ancora, mi dilungherei troppo ora a esporre il perchè un approccio del tipo "facciamo QUESTA cosa anche noi" può stimolare la curiosità di qualche genitore e insegnante, cosa fondamentale, ma frammenta questa pedagogia che ha senso ed efficacia se mantenuta nella sua globalità. Non credo che le cose si debbano necessariamente escludere a vicenda, credo che le scelte di ognuno siano motivate dalla biografia, dalle esperienze e dal modo di essere. Possiamo, dunque, considerarci come degli operai che scavano un tunnel: una squadra inizia di qua e l'altra di là. Se entrambi tracciamo il percorso "giusto" per i nostri bambini, sarà inevitabile incontrarci.
      Abbiamo sicuramente un caffè in sospeso...anzi, facciamo una tisana che la storia è lunga! Silvia

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  8. Sono andata alla fiera ed ho partecipato ad una delle attività proposte dalla scuola, questo farà di me una cliente di quella scuola ? forse, ma sicuramente non sarà così per tutte le persone che si sono informate e che una scuola steineriana vicino non ce l'hanno e che comunque hanno ricevuto una dimostrazione pratica di come la stessa cosa si possa insegnare in modo diverso. Magari queste persone approfondiranno certi argomenti e li vorranno mettere in pratica nella loro quotidianità come del resto fai anche tu come dicevi all'inizio del tuo post.
    E' ovvio che in una fiera del genere si hanno maggiori probabilità di trovare persone sulla stessa lunghezza d'onda, del resto lo scopo era quello di promuovere la scuola e il suo metodo e per questo sono state investite risorse economiche e umane, se voglio promuovere la scelta vegan vado dove trovo almeno dei vegetariani non certo alla sagra della porchetta !
    Condivido il tuo rammarico per il fatto che la scuola pubblica perde persone che potrebbero dare tanto e portare contributi significativi , è una delle mie tante perplessità , ma non sempre si ha voglia di lottare su più fronti per difendere il proprio modo di vivere ed i propri valori. Allora se si ha un'alternativa si cerca di coglierla, se non la si ha ci si rimboccano le maniche e si prova a cambiare il sistema dell'interno a costo di andare a sbattere contro un muro di gomma.


    Manu

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