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mercoledì 29 gennaio 2014

SUI CASSETTI ovvero LA CUCINA COME LA INTENDO IO

Noi abbiamo un tavolo in cucina vecchio.
Non quel vecchio anni '60. Ma vecchio vecchio, tipo inizi '900.
Non ha valore di per sé, "l'è fà de péscia!" direbbe mio papà, ossia di abete, legnaccio per noi della brianza.

Eppure quando l'abbiamo scelto nella piccola cooperativa che ristrutturava mobili antichi, ci ha subito convinti per una sua peculiare caratteristica:


Il cassetto centrale.

I miei nonni paterni avevano un tavolo in cucina con un cassetto solo per i bambini. Era pieno di matite colorate (i pennarelli questi sconosciuti) e di pastelli a cera lunghi lunghi con alla fine un buco dove mi piaceva infilare il mignolo, e dove la cera era così sottile che si spezzava subito.
I miei nonni materni avevano il tavolo super lusso in formica verde e il cassetto era pieno di cose vietatissime a noi bambini: coltellacci, forbici enormi e nere, aghi, ecc.

Per me il cassetto è la cucina, intesa come luogo stanziale, in cui ci si ferma, in cui si sta insieme, io mentre cucino e loro mentre fanno i compiti o disegnano. Io mentre leggo e loro mentre fanno merenda. La mia cucina è quel cassetto, così scomodo perché per prendere qualcosa devi sempre far spostare un altro, eppure così ricco.

A me il cassetto, dovendo rispecchiare la mia casa, piace un po' incasinato. C'è tutto: carte, pennarelli, scotch, metro (legnamee inside), incenso, fogli da riciclo. Ed è il fulcro. Gioisco quando lo apro anche perché è mutevole, non sai mai cosa di preciso ci troverai. Cresce con noi, da coppietta appena convivente era pieno di certificati elettorali, e spine e prese. Poi coi bambini piccoli termometri e infine questa accozzaglia di inutili e fondamentali amenità.

Un po' me li tengo ancorati lì i miei gnomi, lo so. A domanda: dov'è mamma? Rispondo: guarda nel cassetto, qualcosa che ti serve troverai. Che è un po' come dire di guardare qui nei miei paraggi, in prossimità di me, tra i miei arnesi. Sta di fatto che trovano lì dentro sempre qualcosa che interessa loro.

2 commenti:

  1. ho la variante in caso di mobili in formica (o similia): è nel SECONDO cassetto. era così nella prima casa, è così nella casa che è stata mia per poco e che ora abitano i miei, è così nella nostra. nella nostra, di cassetti, ce ne sono ben quattro. tre sono funzionali, ordinati no, ma senza l'anima. ma quello incasinato dove trovi tutto quello che serve è rigorosamente il secondo. quello magico.

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  2. sei riuscita a dare nuova vita ai ricordi.. a casa nostra c'è "il tavolo dei lavoretti" (col suo bel cassetto incasinato): se non sai dove mettere qualcosa, finisce su questo brutto tavolo, che però è molto movimentato!!

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