Oggi Gnomo Tre compie otto mesi. In otto mesi di vita ha già collezionato più gibolli degli altri due gnomi suoi consanguinei messi insieme. Tu lo vedi lì, con due occhioni così, seduto nella sua buddhità (nel senso della rotondezza, non certo della divinità...), pacato, riflessivo e all'improvviso: lo scatto di reni, il ciuccio lanciato a metri di distanza, ecco che butta giù la palestrina devastandola, poi colpisce il nido cercando di bucarlo con l'unico dente spuntato e quindi cade, pesta il naso, ma si rialza, urla la sua rabbia, si accanisce non riuscendo a capire perché pur stando in posizione gattoni, non riesce a muoversi, allora cede e si mette a pancia in giù, da due sberle al primo peluche che gli capita sotto tiro e infine riesce a ricomporsi sedendosi di nuovo nella posizione del Buddha. Immobile e guardingo. E io mi chiedo:
ma da che pianeta giungi o extraterrestre...
Così era quella mattina, quando mi accingevo a cambiargli il patello e lui, con il solito colpo di remi, proprio mentre mi abbassavo per buttare l'orrido puzzone, decise di farsi un volo, lui pensava al bungee jumping, ma in realtà non ci siamo ancora attrezzati in casa per questa simpatica attività.
E così:
Sì sì, vedete bene... è proprio quel pallino.
Fortunatamente, essendo molto capace di cadere, ha visto bene di tenere sù il capino e quindi niente bozzi strani. A parte quella roba lì: il segno del tappo del Bio Scioglimacchia. Sì, quel detersivo che non si usa mai, che è lì a far polvere, che avevate preso nel 2005 quando il primo gnomo aveva perso sangue dal naso imbrattando i pantaloni della festa.
Quel pallino lì, a distanza di 20 giorni è ancora ben stampato sul faccino. Certo, è diventato oggetto di battute di ogni tipo, per fortuna. Ma a me è rimasto il senso di colpa, perché forse il segno del tappo non se ne andrà così facilmente. E comincia la mia tiritera: e però non sono stata abbastanza attenta, con gli altri due era diverso, lo sto trascurando, devo dedicargli più tempo, non si piacerà per colpa mia, e via con amenità del genere...
I sensi di colpa sono una brutta bestia, perché si scavano dentro di te una tana inespugnabile e non c'è ragionamento razionale che tenga, tutto si scioglie davanti all'evidenza della colpa. Io, nel mio piccolo, mi sento un po' la regina in quest'arte, ci sto male davvero e non mi perdono nulla. Lo so che è una malattia diffusa quella del senso di colpa, e mi accorgo sempre più che colpisce più le donne che gli uomini e sicuramente più i genitori di altre categorie sociali. Ma le cose e i sentimenti che si trascinano sono brutti compagni e con loro non si vive bene. Bisogna imparare a riconoscere dove si sbaglia, cercare di rimediare e imparare la lezione piuttosto che crogiolarsi nel dolore di aver sbagliato. Facile scriverlo, mi ci vorrà un'altra vita per praticarlo...