Ti guardo mio caro blog, ogni volta che accendo il pc c'è lì il tuo bannerino, tranquillo.
Tu stai bene anche così, sei diventato grande, fai cose e accetti commenti indipendentemente dalla mia vicinanza.
Ma la Lisa ha questo potere di riportarmi a terra e organizzarmi, pratica totalmente sconosciuta per me.
Poi c'è questo libro, Paola, così bello e leggero e estivo.
SPIAGGIA MAGICA
di C. Johnson
- orecchio acerbo -
La storia è semplice: due bambini si trovano soli e un po' annoiati su una spiaggia. All'improvviso decidono, come molti bambini, di scrivere delle parole sulla rena. Al passaggio dell'onda però le parole si trasformano negli oggetti scritti...
L'ho visto in libreria questo libretto e l'ho lasciato lì. Poi l'ho ripreso in mano. L'ho rimesso giù. Vagavo in cerca di qualcosa ma quel libro mi aveva scelto, non so perché. L'ho letto e me ne sono innamorata.
In genere non leggo mai le prefazioni, mi tolgono il gusto della scoperta, al limite le leggo alla fine e così ho fatto anche con questa. E così, leggendo la prefazione, ho capito perché amo questo libro.
I due bambini, Ann e Ben (già due nomi con un'assonanza musicale paurosa che nel leggerlo ad alta voce ai miei figli faticavo a dare loro la giusta differenza fonetica), sono due bambini beckettiani. Samuel Beckett è così per me visceralmente importante da aver chiamato mio figlio come lui, voi mi capite.
E questo libro in effetti, altro non è che un Aspettando Godot in chiave infantile. Molto fine nei rimandi con un lungo inizio sulla differenza tra leggere una storia e scriverla, tra soggettivo e oggettivo.
Poi però qui Godot arriva, nelle vesti del re. E subito si coglie la distanza tra questo ancestrale personaggio e i bambini, tanto che li scaccerà dal regno diventato ormai suo.
Poi c'è il tratto abbozzato (perché di bozze si tratta) dallo stesso autore, con le linee incerte, ma così in linea col racconto.
Crockett Johnson è famoso negli Stati Uniti per il racconto Harold and The Purple Crayon.
Qui lo potete sentire e vedere letto su youtube. L'inglese è semplice e davvero ne vale la pena.