martedì 30 novembre 2010

I DIRITTI DEI BAMBINI: SPORCARSI!!!

Mamma in Verde partecipa all'iniziativa di Giorno per giorno sui Diritti Naturali dei bambini.

Per introdurre questo tema, ho dovuto riprendere in mano un testo filosofico per me fondamentale: Arriva Charlie Brown del prof. Charles M. Schulz.
Ed ecco a voi il bambino che avrei voluto conoscere, quello libero da vincoli mammeschi, non schiavo del vestito buono della domenica, esuberante nei giochi, criticato perché troppo invidiato: PIG-PEN!






Noi non lo possiamo superare, ci possiamo solo avvicinare a quella perfezione:


Concludo con il mio inno della sporcizia:

Grazie alle unghie nere gialle verdi poco aver giocato col pongo; alle braccia dipinte coi pennarelli perché il foglio non bastava; ai capelli pieni di pappa perché quella cosa lì magari fa bene metterla anche lì; grazie ai pantaloni che da bianchi diventano neri perché so fare le sgommate con le ginocchia; al cioccolato mangiato con le dita le mani la bocca le orecchie e il colletto della maglia; grazie alle ginocchia nere d'estate perché misurano quanto mi sono divertito; alla sabbia fin dentro.... e già, proprio lì, perché è così bella che anche me la mangio; alla pioggia che schizza e infanga. Grazie a tutte queste cose, che mi hanno fatto imparare, da grande, una cosa molto importante: sporcarsi le mani. Quelle con cui ora scrivo e quelle nel mio animo. 
Partecipano anche:

domenica 28 novembre 2010

OSSERVAZIONI DOMENICALI SULLA MERENDA DEL LUNEDI'

Lasciate che il cibo sia la vostra medicina e la vostra medicina sia il cibo.                                                    
                                                                                                  IPPOCRATE
                                                          
Interno giorno. Ora di pranzo.
Una tranquilla (?) famiglia sta pasteggiando, all'improvviso una voce.
Gnomo Uno: "Ecco mamma, volevo dirti che..."
Mamma: "Sì? Non ti verso ancora dell'acqua, non stai facendo una gara con Gnomo Due!"
Gnomo Uno: "Ma no!!! Ecco mamma, volevo dirti... ma quando mi fai per merenda un panino con il prosciutto? (Mamma impallidisce e comincia a muovere le mani sudate) No perché tutti i miei compagni mangiano il panino con il prosciutto, cotto eh, e anche Pinco per farlo durare di più lo mette sotto il banco e..."
Mamma (pensando arrabbiata: ma come io mi faccio un bip così per farti una sana merenda e tu quoque...): "Ma amore... lo sai che il prosciutto cotto mangiato tutti i giorni non è proprio il massimo, comunque ok, qualche volta te lo faccio".
Mamma si alza da tavola e va a prendere i cioccolatini che aveva in serbo per Natale e pensa: "Se gli do questi meravigliosi cioccolatini, magari si dimentica che esista il prosciutto cotto, chissà, tanto vale provare...".

Questo oggi.
Ve lo confesso, sono una tipa un po' fissatina con l'alimentazione... non so se si era capito. Ma ieri sera leggevo questa meravigliosa rivista:

e in particolare questo articolo sugli additivi chimici e mi sono di nuovo 'scontrata' con i nitriti e i nitrati (già presenti nella mia vita). 
Qualche mese fa, non ricordo su quale altro giornale, leggevo di questi famigerati in un articolo in cui si consigliava alle mamme di far mangiare ai bambini più pane e marmellata, piuttosto che pane e prosciutto. La faccenda è molto complessa e seria e io non ho gli strumenti per affrontarla in termini scientifici (ho trovato questo sito dove mi pare si spieghi bene il tutto). Sta di fatto che i nitriti e i nitrati fanno male e fanno male soprattutto ai bambini perché pesano meno e gli standard alimentari sono tarati non su esseri umani di 15 kg!
Ma se anche voi, come me, avete in casa un mangiaprosciuttocottoapalate, la questione diventa difficile da gestire. Io faccio così:
  • Compro il cotto una volta ogni due settimane (se non ce l'hai, non lo mangi... semplice no? Regola alla base delle diete fai da te!) in un negozio bio.
  • Compro una volta a settimana gli affettati che non contengono nitriti o nitrati. Esistono!! Soprattutto i crudi! L'etichetta recita: carne di suino, sale. Punto!! 
  • Va da sé che anche i wuster siano un po' banditi.... poveri gnomi...
  • Mi invento alternative (vedi appunto pane e marmellata o budino con mirtilli come vedete qua sotto come merenda)


Credo molto nell'educazione alimentare. A Gnomo Due non ho mai dato il prosciutto cotto nel periodo dello svezzamento, forse questo è il motivo per cui vive serenamente senza, non so. Mentre a Gnomo Uno ho spiegato quello che so con le mie parole e lui ogni tanto avrà il suo pane e prosciutto. Mi preme insegnare agli gnomi che il cibo è una cosa meravigliosa, preziosa e che fa star bene, solo se lo si conosce bene. E a me sembra che tutto il mondo cerchi di slegarci dal concetto originario di cibo per offrirci sempre più cose già pronte, già miscelate, preconfezionate che soddisfano (forse) la pancia, ma non l'anima...
 

sabato 27 novembre 2010

E' NATO IL PICCOLO... DOMANI NASCERÀ IL PAPA'!!

E' finalmente arrivata ieri mattina. Per la gioia dei nostri Gnomi, ma anche nostra: la NEVE!!!
E potevamo noi esentarci dalla costruzione del primo pupazzo di neve della stagione??


Certo, non sarà tra quelli più grandi mai progettati, non avrà proprio TUTTE le parti del corpo, e forse si scioglierà in meno di uno gnomo-secondo... eppure... è tanto bellino...



E aspetta che nasca il suo papà....

venerdì 26 novembre 2010

I VENERDÌ DEL LIBRO

Anche Mamma in Verde partecipa a I Venerdì del libro di Home Made Mamma

Duke Ellington - Il giro di Eddy di R. Piumini e C. Comini


John Coltrane - Il treno per Paradise di R. Piumini e C. Comini


"Andavano alla stazione: Chango, Louise, Bicken, Froly e John. Chango, Frly e John erano neri. Louise era pellerossa, della tribù dei Cheyenne. Bicken era bianco come il latte, ma il solo latte bevuto nella sua vita era quello della madre".
IL TRENO PER PARADISE


Non è giornata. Diciamo che non mi funziona nulla.... gli gnomi sono con la luna storta... e io ho MILLE cose da fare...
E dunque metto un po' di musica, tratta da questi due libri-CD.
Ho incontrato Piumini nella mia vita un paio di volte, a Milano, durante degli incontri per bambini. E' uno scrittore magnifico e uno straordinario narratore (Cappuccetto Rosso raccontato da lui vale quanto uno Shakespeare di Strehler!). Però non sempre si può andare a vederlo e così lo abbiamo comprato per sentircelo a casa.
Questi due libri introducono i bambini al jazz. Piumini narra la storia intervallata dai brani dei due noti musicisti e da delle osservazioni sul ritmo, le sonorità, le melodie.
Sono un po' "difficili", nel senso che vanno bene per bambini dai sei anni. Gnomo Uno li usa per addormentarsi e così intorno alle 21, si diffondono per casa nostra queste melodie malinconiche e la voce bassa e avvolgente di Piumini. Come una coperta calda che ci avvolge nelle sere d'inverno.

mercoledì 24 novembre 2010

QUELLI CHE IL DIVANO SI' vs QUELLI CHE IL DIVANO NO

Ci sono due tipi di famiglie che conosco: nelle case delle prime ci sono dei posti decisamente inviolabili, intoccabili e inaccessibili (se non con le dovute cautele) ai minori di anni 7; nelle case delle seconde i genitori si chiedono se esista un pertugio che i loro figli non abbiamo violato.
Beh, noi facciamo parte della seconda. O meglio io e gli gnomi facciamo decisamente parte della seconda, mentre l'unico maschio con la barba che circola a casa, desidererebbe far parte della prima, ma suo malgrado è capitato qui, nella seconda.
Il divano è uno di quei posti lì, dove la via di mezzo non è contemplata. O permetti agli gnomi di farne una barca dei pirati, un fortino, la casa, l'astronave... o lo usi per sederti, dormire e rilassarti. Non puoi dire: "Sì. Facci sopra la zattera, ma non spostare quel cuscino lì, non stropicciare la coperta". Al massimo puoi dire: "Non tuffarti di testa, non tagliarlo col taglierino per inserire le bombe d'acqua, non spalmarlo con la nutella".
Spesso dunque, in una casa delle seconde famiglie, il divano si presenta così:





Naturalmente i problemi si aggravano d'inverno, quando le condizioni del tempo non permettono di uscire di casa per molte ore. E così:

  • il divano diventa la casa
  • la scrivania coperta dal lenzuolo diventa la grotta
  • il lettone (e sì, l'altro grande tabù: saltare o non saltare sul lettone?) diventa il tappeto elastico
  • il dietro delle porte scocciato e bloccato diventa la tana dell'agente segreto
  • la doccia è l'astronave
La nostra casa è una scatola cinese, tante case una dentro l'altra...

martedì 23 novembre 2010

DIRITTI DEI BAMBINI: L'OZIO

Mamma in Verde partecipa all'iniziativa di Giorno per giorno sui Diritti Naturali dei bambini.

Ieri sera riunione alla scuola dell'infanzia. Le prime parole sono state spese per ricordare che il 20 novembre scorso era la Giornata Mondiale per i Diritti dell'Infanzia e le maestre ci hanno letto questo brano di Rodari:
Ho conosciuto un bambino che era sette bambini. Abitava a Roma, si chiamava Paolo e suo padre era tranviere. Però abitava anche a Parigi, si chiamava Jean e suo padre lavorava in una fabbrica di automobili. Però abitava anche a Berlino, e lassù si chiamava Kurt, e suo padre era professore di violoncello. Però abitava anche a Mosca, si chiamava Juri, e suo padre faceva il muratore e studiava matematica. Però abitava anche a New York, si chiamava Jimmy e suo padre aveva un distributore di benzina. Quanti ne ho detti? Cinque. Ne mancano due: uno si chiamava Ciù, viveva a Shangai e suo padre era pescatore; l'ultimo si chiamava Pablo, viveva a Buenos Aires e suo padre faceva l'imbianchino. Paolo, Jean, Kurt, Juri, Jimmy, Ciù e Pablo erano sette, ma erano sempre lo stesso bambino che aveva otto anni, sapeva già leggere e scrivere e andava in bicicletta senza appoggiare le mani sul manubrio. Pablo era bruno, Jean era biondo e Kurt castano, ma erano lo stesso bambino. Juri aveva la pelle bianca, Ciù la pelle gialla, ma erano lo stesso bambino. Pablo andava al cinema in spagnolo e Jimmy in inglese, ma erano lo stesso bambino e ridevano nella stessa lingua. Ora sono cresciuti tutti e sette, e non potranno farsi la guerra, perché tutti e sette sono un solo uomo.

L'ozio fa pensare e creare:


L'ozio fa amare:


...i nostri cari...

... i nuovi arrivati...

...gli amici e i libri...

... i posti belli vicino a casa.

Partecipano anche:
Il Sorriso dei miei Bambini
Buntblume

lunedì 22 novembre 2010

COME DISEGNARE CON LA VELINA ovvero PAMPHLET CONTRO L'ARTE FIGURATIVA

Ormai è da due mesi che Gnomo Uno va a scuola. Prima primaria. Oltre che distruggere la scuola pubblica, la stanno anche facendo diventare cacofonica... Comunque, abbiamo preso il ritmo: lui ha ritrovato il sonno e noi abbiamo capito che la cartella è meglio farla la sera ("Papi, torna indietro, non c'è l'astuccio!!").
Gnomo Uno è contento della nuova esperienza, sono io che ho avuto un po' di crisi... che raggiungeva il suo apice durante i compiti a casa:


Sì sì, lo so che serve. Bisogna contare due quadretti, bisogna colorare nei contorni, bisogna andare diritti... 
Mentre Gnomo faceva i compiti io mi chiedevo: perderà la capacità di infrangere le regole? La sua fantasia risulterà tarpata? Riuscirà a distinguere tra l'esercizio per imparare una cosa nuova (scrivere) e la possibilità assoluta che un bimbo ha davanti a un foglio bianco? Invece di vulcani marziani con torte e pipistrelli sugli aerei, mi ritroverò con in mano il disegno della casa, della castagna (che iniziano per C)?Devo dire che in quei primi giorni tentennavo e mi dicevo che ok, adesso toccava a me.
Allora Gnomo, distinguiamo: una cosa è la scuola che ti insegna cose importanti e nuove, un'altra cosa è a casa dove nulla è cambiato, le regole le detti tu e anche queste sono cose importanti (e potenzialmente nuove).
Passano i giorni, io mi tranquillizzo e con Gnomo Uno e Due andiamo a seguire un laboratorio in un Museo d'Arte Contemporanea. E lì fanno disegnare i bambini con la velina.

TECNICA DEL DISEGNO CON VELINA
In realtà le tecniche sono più di una: quella più diffusa è la semplice sovrapposizione di veline su foglio bianco, incollate in modo che cambino colore l'una sull'altra.
La seconda (quella che abbiamo fatto a museo) è una variante: si fa un disegno con gli acquerelli poi, prima che asciughino si appoggia la velina per pochi secondi. Quando la si toglie il colore lasciato fa dei giochi straordinari.

Autore: Gnomo Due

Autore: Gnomo Uno
Gli gnomi si sono divertiti tanto e continuavano a mettere e togliere veline!! Io ho guardato i risultati e mi sono detta che forse Gnomo Uno il discorso l'aveva capito!

P.S.: ho lavorato per un po' di anni facendo laboratori nelle scuole. Vi dò un consiglio per preservare la fantasia dei vostri bambini: davanti a un loro lavoro non chiedetegli mai cosa hanno rappresentato, è una domanda che serve a noi adulti, non ai bambini!

sabato 20 novembre 2010

MAI PIU' SENZA.... I KAPLA!!

Ecco, sono arrivata anch'io con la mia proposta da rubrica settimanale (ma senza giorno fisso, non riesco a darmi delle scadenze fisse nella vita, figuriamoci col blog), pensando anche a Stima ( e Putrida naturalmente).
Non so voi, ma noi siamo già nel bel mezzo del trip natalizio. Gli gnomi sono già in fibrillazione: appena vedono una lampadina appesa pensano che sia in onore del Natale ("Ma no, amore, quel lampione c'è sempre stato..."). E quindi anch'io presa da questo vortice di: "vorrei questo! Vorrei quello! Ma quanto manca? Ma da dove entra? Ma cosa mangia?", mi sto guardando intorno in cerca d'ispirazione da regalo.
E qui l'illuminazione: vi racconto ogni settimana di un regalo che abbiamo ricevuto e che ha cambiato la vita a me e ai miei gnomi, chissà che anche voi non siate in crisi da regalo e vogliate qualche spunto. Io lo vorrei di sicuro e quindi se volete rilanciare la cosa sul vostro blog, fatemelo sapere che ci linkiamo!!

Quindi parto con il Gioco. Quello che non può più mancare. Quello che ci portiamo anche in vacanza:


Cosa sono i (perché essi sono tanti!) Kapla? Dei legnetti.
Ce li ho! Direte voi.... Ma siete sicuri di avere proprio loro?? Perché loro hanno questa particolarità: le loro misure sono basate sulla progressione dei numeri dispari: cosa vuol dire? Non lo so! So solo che hanno una sola dimensione e che 5 di loro in verticale sono lunghi quanto 1 in orizzontale e questo consente di posizionarli in modo molto stabile. Il tipo che li ha inventati è olandese, ha studiato Arte, amava costruire con i blocchi di legno, ma li trovava tutti inadatti alle sue esigenze e così se li è prodotti.

Mitici blocchi Kapla sparsi
Noi li usiamo sempre, perché come spazzolini non vanno bene se no... E' un gioco che apre mille strade, molte più delle altre costruzioni, e dà tantissime soddisfazioni forse proprio per il fatto che la misura è unica. Così una caratteristica che pare limitante, diviene in realtà la sua forza. Kapla è la mia settimana enigmistica, ci gioco quando sono al telefono e quando devo pensare a come risolvere qualche guaio. Gli gnomi creano dei mirabolanti edifici o strade o stalle o animali....


(le ruote sono giunte da un gioco in agonia...)

E' un po' come il lego. Se volete andate a ruota libera, se no ci sono dei libri con mille idee!! Tipo:



Queste sono alcune nostre creazioni... adesso stiamo pensando di allargare la famiglia dei nostri Kapla, magari comprando quelli colorati, oppure naturali (è legno di pino) e colorandoli noi... Vedremo!
Beh, alla prossima...

P.S.: anche il mio è un AD-FREE BLOG (vi rimando all'interessante questione nata da un post di Natiperdelinquere di cui ho già parlato). Scrivo di giochi con cui gioco e con cui giocano i miei figli, non scrivo sotto contratto, liberamente scrivo di quanto mi piace. Penso che i giochi belli ma di nicchia siano un'occasione in meno per molti e dunque mi piacerebbe farli conoscere, nulla di più. Naturalmente se avrete voglia di raccontare anche voi i vostri giochi, mi piacerebbe che fosse tutto chiaro e alla luce del sole e senza sponsor!!!


venerdì 19 novembre 2010

I VENERDÌ DEL LIBRO

Anche Mamma in Verde partecipa a I Venerdì del libro di Home Made Mamma

Le città bianche di Joseph Roth

"Ho ritrovato le città bianche così come le avevo viste in sogno. Soltanto chi ritrova i sogni dell'infanzia può tornare bambino".

Sono un po' stufetta di questa pioggia incensante. E l'estate mi par già lontana nei secoli. E se proprio devo dirla tutta, non ho proprio l'umore alle stelle e così... mi sono ritrovata tra le mani un libro di uno dei miei scrittori preferiti: Joseph Roth (La leggenda del Santo Bevitore, La Cripta dei Cappuccini sono due titoli tra i tanti).
Le città bianche citate nel titolo, sono i paesi del Sud della Francia, la Provenza in particolare e Roth ci narra di questi meravigliosi paesi. E' un libretto piccolo piccolo (secondo me i capolavori più immensi sono quelli racchiusi in poche pagine). Voi potete aprirlo a caso e sarete inondati da pensieri e da osservazioni interessanti ed evocative:
Tutto è calmo, nessuno si agita. Le ore sembrano scorrere più silenziose e tranquille che altrove. Perfino le sorprese si fanno annunciare. Le gioie sono più intime e sommesse. La morte è accettata come un dono. La vita non ha un valore smisuratamente alto. La vita non vale più di una magra paga settimanale, di una bottiglia di vino a buon mercato, di un cinema la domenica (LIONE)
E' un mio rifugio quando sono triste. E' una mia consolazione, è il viaggio che ogni tanto mi regalo per fuggire davanti alle difficoltà. Così anch'io posso "vedere le città bianche che avevo sognato da ragazzo. La mia infanzia trascorse grigia in città grigie".
Ogni nazione ha le sue città bianche, dove "ci si sente così facilmente a casa propria. E anche chi lascia il paese, porta con sé ciò che di più prezioso una patria può donare: la nostalgia".

mercoledì 17 novembre 2010

LO ZAMPULARD ovvero CAVOLO CHE BUONO!

Ho un segreto che voglio svelare e condividere. Nelle cassette autunnali di verdura del GAS, c'è una presenza fissa e costante: il cavolfiore. Ah, io lo amo. Certo, quando lo cuoci per casa c'è un odore che pare siano marcite 30 uova contemporaneamente. Però che buono... e quanto bene fa!!

Piccolo cavolo appena nato:
lo sapevate che viene pronto dopo 9 mesi?

Ora, io ho questo problemino.
Gnomo Uno e il cibo: "Questo no, questo sì ma con su quello, questo no i giorni pari e sì i giorni dispari, questo sì crudo, cotto no".
Gnomo Due e il cibo: "Datemi qualunque cosa possa essere commestibile e io la ingurgiterò con dedizione e assaporandola fino all'ultimo brandello".
Aggiungete un 8meseenne con le pappe e un Grande Capo vegetariano: da spararsi!!
Ma io non mi perdo d'animo e considerando che Gnomo Uno i cavolfiori non li guarda nemmeno disegnati, mi sono inventata lo zampulard: una verdura speciale, che nasce solo su Marte e che viene colta da questo speciale agricoltore che una volta a settimana parte con l'astronave e poi torna portando il miracoloso zampulard proprio nel nostro piccolo negozio bio.
Ora vi scrivo la ricetta del passato di zampulard:


INGREDIENTI per 4-6 persone

  • 1 calvolfiore di media grandezza
  • 1/4 di zucca
  • 2 porri
  • 2 carote
  • 1/2 sedano rapa
  • crostini di pane
  • 2 grattuggiate di zampulard
Ho questa tecnica sul passato (molto affinata): faccio sempre rosolare tutte le verdure a fuoco basso per 5-6 minuti mettendole in pentola man mano le taglio. Quindi: in due cucchiai di olio fate rosolare i porri affettati, le carote, il sedano e infine aggiungere cavolfiore spezzato e zucca tagliata a cubetti. Fare insaporire, aggiungere l'acqua fino a coprire le verdure (questo vi consentirà di avere una giusta consistenza del passato) e salare. Far bollire per 30-40 minuti. Passare e aggiungere i crostini (pan carrè tagliato, condito con olio, steso su carta assorbente e messo in forno).

Pianeta Marte: vedete quella macchia scura là?
E' un campo di zampulard...
Beh, con lo zampulard io vinco sempre. Il passato è arancione (meraviglioso colore, più facile da mangiare!), il sapore è molto particolare, per questo gli gnomi credono che lì dentro ci sia questa magnifica verdura.
E da ultimo le proprietà dello zampulard: fa vincere a memory, i capelli diventano d'acciaio, fa correre o nuotare o calciare come un fuoriclasse, non fa starnutire per almeno tre giorni, fa cambiare la voce e altre amenità scaturite dalla vostra fantasia.
Gnomo Uno ha sei anni e mezzo, adora lo zampulard. E anch'io!!

martedì 16 novembre 2010

LO SCATOLONE FABBRICONE ovvero CREATIVITÀ SOSTENIBILE

Andando alla scuola materna, io e i miei gnomi abbiamo imparato a riutilizzare materiali di scarto. Vi ho già parlato di Reggio Children, questa meravigliosa realtà pensata per i bambini dell'età prescolare e nata dall'unione di società civile e istituzioni pubbliche. All'interno di questo progetto, forse conoscerete anche il centro remida: si tratta di un centro di raccolta e catalogazione di materiali di scarto provenienti per lo più dalla produzione, disponibili a essere presi e rielaborati dalle scuole.
Di centri remida ce ne sono un po' sparsi per tutta l'Italia e offrono spunti interessanti per famiglie e scuole.
Da noi, sia alla materna che alle elementari, i miei gnomi hanno a disposizione un Tavolo Fabbricone dove utilizzare materiali di scarto e inventare l'inventabile. Perché per i bambini è importante riciclare in modo creativo, ma è anche importante lasciare loro la possibilità di farlo in modo continuato per dare loro l'abitudine e per affinare la fantasia.
E così anche a casa abbiamo un angolo fabbricone composto da due 'luoghi': lo SCATOLONE


e il CASSETTONE:


Certo, ci sono infinti PRO rispetto a quest'idea e qualche CONTRO, per esempio scarti degli scarti un po' in giro per tutta la casa, oppure se non ci si sta molto attenti, a furia di attaccare e tagliare ti ritrovi anche tu mamma con qualche pezzo in meno e soprattutto con molti pezzi in più addosso... ma sono tutte cose superabili.
Ecco qualche esempio dei nostri lavori:

Artista: Gnomo Due - Soggetto: Il Pirata


Il Pirata di profilo

Artista: Gnomo Due - Soggetto: Il Pirata Bidimensionale

Artista: Gnomo Uno - Soggetto: Razzo interstellare con motori a fuoco

Artista: Gnomo Uno - Soggetto: Macchina per studiare gli oggetti
(e non chiedetemi altro....)
Mi piacerebbe che i miei gnomi riuscissero a curare questo bagaglio di fantasia senza schemi e senza limiti, è una cosa a cui tengo tanto... almeno qui, nel gioco, niente limiti!!! 
E poi mi viene in mente quella frase di Picasso: "Quando ero piccolo sapevo dipingere come Raffaello, mi ci è voluta però una vita intera per imparare a disegnare come un bambino".
Tutti i nostri bambini sono degli artisti, tuteliamoli!!!
                                       

lunedì 15 novembre 2010

SULLE CADUTE DAL FASCIATOIO ovvero I SENSI DI COLPA

Oggi Gnomo Tre compie otto mesi. In otto mesi di vita ha già collezionato più gibolli degli altri due gnomi suoi consanguinei messi insieme. Tu lo vedi lì, con due occhioni così, seduto nella sua buddhità (nel senso della rotondezza, non certo della divinità...), pacato, riflessivo e all'improvviso: lo scatto di reni, il ciuccio lanciato a metri di distanza, ecco che butta giù la palestrina devastandola, poi colpisce il nido cercando di bucarlo con l'unico dente spuntato e quindi cade, pesta il naso, ma si rialza, urla la sua rabbia, si accanisce non riuscendo a capire perché pur stando in posizione gattoni, non riesce a muoversi, allora cede e si mette a pancia in giù, da due sberle al primo peluche che gli capita sotto tiro e infine riesce a ricomporsi sedendosi di nuovo nella posizione del Buddha. Immobile e guardingo. E io mi chiedo: ma da che pianeta giungi o extraterrestre...
Così era quella mattina, quando mi accingevo a cambiargli il patello e lui, con il solito colpo di remi, proprio mentre mi abbassavo per buttare l'orrido puzzone, decise di farsi un volo, lui pensava al bungee jumping, ma in realtà non ci siamo ancora attrezzati in casa per questa simpatica attività.
E così:


Sì sì, vedete bene... è proprio quel pallino.
Fortunatamente, essendo molto capace di cadere, ha visto bene di tenere sù il capino e quindi niente bozzi strani. A parte quella roba lì: il segno del tappo del Bio Scioglimacchia. Sì, quel detersivo che non si usa mai, che è lì a far polvere, che avevate preso nel 2005 quando il primo gnomo aveva perso sangue dal naso imbrattando i pantaloni della festa.
Quel pallino lì, a distanza di 20 giorni è ancora ben stampato sul faccino. Certo, è diventato oggetto di battute di ogni tipo, per fortuna.  Ma a me è rimasto il senso di colpa, perché forse il segno del tappo non se ne andrà così facilmente. E comincia la mia tiritera: e però non sono stata abbastanza attenta, con gli altri due era diverso, lo sto trascurando, devo dedicargli  più tempo, non si piacerà per colpa mia, e via con amenità del genere...
I sensi di colpa sono una brutta bestia, perché si scavano dentro di te una tana inespugnabile e non c'è ragionamento razionale che tenga, tutto si scioglie davanti all'evidenza della colpa. Io, nel mio piccolo, mi sento un po' la regina in quest'arte, ci sto male davvero e non mi perdono nulla. Lo so che è una malattia diffusa quella del senso di colpa, e mi accorgo sempre più che colpisce più le donne che gli uomini e sicuramente più i genitori di altre categorie sociali. Ma le cose e i sentimenti che si trascinano sono brutti compagni e con loro non si vive bene. Bisogna imparare a riconoscere dove si sbaglia, cercare di rimediare e imparare la lezione piuttosto che crogiolarsi nel dolore di aver sbagliato. Facile scriverlo, mi ci vorrà un'altra vita per praticarlo...

sabato 13 novembre 2010

DORMIRE STRANO

No, non è un post sull'annoso problema della nanna, grande e grosso scoglio per chi abbia bambini compresi tra gli zero e i tre anni (sono stata ottimista, vogliamo fare zero-sei anni?). Ma è una riflessione su quell'immenso universo di sorprese che sono i bambini, anche quando dormono.
E' bello osservarli nel sonno, non conosco genitore che non lo faccia. Con i pancini che vanno su e giù, mentre dormono di lato, a pancia in giù stesi o nella variante pancia in giù sedere in sù, con le braccine su e via dicendo. Con Gnomo Tre ho vinto anche la resistenza eccessiva che avevo nei confronti del lettone, e così ogni tanto mi regalo uno degli spettacoli più belli della giornata, vedere questo bambolotto di sette mesi abbandonarsi al sonno, vivere in diretta la vittoria della nanna.
Far addormentare un cucciolo tra le braccia è un evento che a volte diventa quasi scontato e invece non lo è per niente, quanta fiducia deve avere in noi quell'esserino per abbandonarsi così al sonno?
E vogliamo parlare dei loro visi al risveglio? Con le guanciotte rosse, i capelli improbabili, i segni delle pieghe del cuscino sulla pelle e quei pochi secondi in cui li ritrovi svegli e li abbracci e tutto si immobilizza in quel antico gesto che trasuda amore.
E' bello ogni tanto pensare al sonno dei bambini non come un problema ma come un'occasione in più per amarli...


Gnomo Tre - La sua posizione di sonno preferita: piedi a penzoloni
Gnomo Due - "Ho messo gli occhialetti per sognare il mare!"



venerdì 12 novembre 2010

SULLO SCIOPERO DELLA CULTURA ovvero GRRRRRRR!!!

Girovagando stamattina tra i miei blog preferiti, mi sono imbattuta in questo meraviglioso post di Buntblume dove ho appreso che oggi c'è lo Sciopero della Cultura. Per gridare il mio GRRRRR di disapprovazione per i tagli pubblici in questo settore, pubblico la definizione di cultura VS natura che il libro che recensisco questa settimana (Il libro dei grandi contrari filosofici) dà:

Come parte del grande ciclo della natura, siamo tutti destinati a morire. E poiché la natura ci ha dotato di un cervello più complesso di quello degli animali, sappiamo anche che un giorno moriremo, sebbene la medicina allontani il momento in cui ciò accadrà. Questa certezza ci spinge a dare un senso alla nostra esistenza e a lasciare delle tracce del nostro passaggio sulla Terra. Ecco perché pensiamo, creiamo opere d'arte, inventiamo e fabbrichiamo ogni genere di cose, trasformiamo il mondo, conquistiamo lo spazio e costruiamo tombe per i nostri morti. Perché, se la cultura non ci permette di modificare la nostra natura mortale, ci aiuta però a prenderne coscienza, ad accettarla e a superarla.

giovedì 11 novembre 2010

YIN vs YANG

Questo blog partecipa alla rubrica del giovedì di Stima di Danno.


Il mio YIN: la meticolosa perfezione dei miei appunti, delle mia agende, dei miei quaderni di studio o diari. Sempre la stessa penna, titoli sottolineati allo stesso modo, elenchi puntati perfettamente allineati.


Il mio YANG: la mia macchina incasinata all'inverosimile. Gli gnomi sono abituati a trovarci di tutto, giochi, cd, pastelli e fogli, libri da leggere, ombrelli e creme da sole. Ridete ridete, intanto se succede una catastrofe noi sappiamo dove rifugiarci! Ci deve essere anche molto cibo e acqua sotto quei sedili...

mercoledì 10 novembre 2010

FUORI TUTTI!

Questo pomeriggio gli gnomi grandi erano come leoni liberati dalle gabbie. Tornati da scuola e asilo si sono buttati a capofitto in cortile: sgommate in bici, pallonate al cielo, corse scatenate tipo indemoniati e poi hanno trovato il gioco più bello che si possa mai immaginare..... un nastro rosso!!



Ci può essere al mondo cosa più bella? Hanno pensato. Nooooo! E così hanno cominciato a scorrazzare tipo trenino, poi ad avvolgerlo sopra ogni cosa e poi... magia delle magie: si è diviso a metà!! Grande giubilo! Uno per uno!! Adesso sì che c'era la reale possibilità che si strozzassero, cadessero inciampando, componessero nodi infiniti....
E invece, mentre piano piano il buio si insidiava tra di noi, gli gnometti hanno appeso i nastri. Mi è venuto naturale offrire loro delle mollette...




E cosa hanno scelto di stendere? Quelle cose meravigliose che cadono dal cielo e più in particolare, dagli alberi: le foglie. Foglie da mostrare a tutti, perché in effetti, tutte lì alla rinfusa, come si fa ad apprezzarle?


E così il buio è definitivamente calato su di noi. Io che ero così triste oggi, diciamo un po' sconfortata dagli eventi, mi sono sentita un calore dentro. Avevo le mani fredde, la goccia al naso, quella del primo freddo che ci coglie di sorpresa, passavo mollette, affrancavo nastri e pensavo che il gioco ci salverà. Sì sì, adesso ne sono sicura: giocare ci salverà. Grazie gnomi...
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