sabato 30 marzo 2013

SULLA PASQUA A CASA ovvero IL LAVORETTO

E' triste un po'.
Per tanti motivi.
Piove.
Non abbiamo un governo e nessuno ce la può fare.
Fa freddo.
Enzo Jannacci è mancato.
E già mi manca tanto.

E dunque ho studiato. Ho pinterestato quello che mi piaceva e ho comprato 20 uova a 2 euro. Pensando che fossero uova di galline addossate riempite di antibiotici per produrre in quantità, ho pensato di liberare le loro uova dal triste destino della frittatina serale. Ho dato nuova dignità alle uova da batteria.

Ieri abbiamo prodotto con i bambini.
Ecco, apriamo questo dibattito. Tutte le bellissime uova decorate che ho visto in questi giorni sl web sono fatte signore molto brave e molto precise, con pennellini piccoli o kit colora uova dove i bambini fanno da passivi osservatori.

Dunque ho pensato: faccio le uova sode e gli do in mano un pennello. Quel che viene viene... si divertiranno. E così è stato...



Gli è piaciuto molto. L'uovo non lo avevamo mai considerato tanto come elemento decorativo.
Poi me ne sono tenuto via uno perché anch'io avevo voglia di lavorare.
Due Uniposca e un pennarello indelebile: ho dipinto il maestro della marmaglia e mi è piaciuto.


Oggi invece non avevo voglia di lavorare coi bambini. 
Volevo divertirmi solo io.
Volevo iniziare un progetto, eseguirlo e portarlo a termine in tempi umani. Senza dover asciugare l'acqua che cade, passare lo straccio 100 volte sul tavolo imbrattato, ricuocere uova perché gli è caduto.
Perché questo succede quando si lavora coi bambini: di tutto.
Che è il suo bello, perché da quel disastro a volte nascono prodotti meravigliosi e inaspettati.
Ma oggi no. Non voglio.
Gioco solo io.
Quest'idea l'ho vista qui. Non ho letto il post, ho guardato solo le figure...

La cosa più divertente è svuotare le uova, liberare il tuorlo e l'albume. Bisogna poi lavarle e lasciarle asciugare una notte.


Poi si riempiono di cosine mangerecce. Ma anche di altro: bigliettini, piccole gemme, perline....
Io mi sono buttata sulle caramelline, tanto agognate dagli gnomi tutti.


Poi si chiude con colla e carta velina. Dove c'è il foro vi consiglio carta velina doppia.
Chi mi segue da un po' lo sa. Io AMO la carta velina con tutto il mio cuore (le lampade sono da sempre il post più letto....).


E infine: tada!!
Adesso si lasciano ad asciugare...


... domani si aprono!

Buona Pasqua signori e signore!!

mercoledì 20 marzo 2013

SULLA PRESCRITTURA ovvero LA SCHEDA IN TESTA

Oggi io e il Due siamo rimasti a casa. Aveva dormito male stanotte, io avevo in programma di finire il trasloco (eheheheheh!!) e dunque eccoci qua.
Abbiamo iniziato la mattina con una partita a carte pokemon, poi una lavastoviglie, poi un disegno, poi una pausa stendi biancheria, poi un bagno caldo e rilassante, poi apertura degli scatoloni residui in cantina.
Tornando verso la camera, il Due, con un mezzo sorriso sottile mi porge questo foglio:


"Mamma ho scritto leone".
Stupita. Sì, molto. Negli ultimi giorni aveva acuito il suo interesse per le parole, ma non pensavo riuscisse ad attaccarle insieme, a dare loro un senso.
Aveva appena pianto tutte le lacrime che aveva perché non era riuscito a copiare perfettamente Ben Ten. E io gli avevo raccontato che quel disegno sul giornaletto era brutto, perché impersonale, senza sbavature e che tutti gli altri Ben Ten del giornaletto erano uno uguale all'altro, mentre il suo era così vero, molto più degli altri.
Sì, lo considero un insicuro, però ben determinato e capace di capire con chiarezza quello che desidera.

Lui va in una scuola dell'infanzia dove non si fa pregrafismo. Non si compilano schede, non si seguono linee. A dire il vero nella loro aula possiedono solo un tavolo con sei sedie attorno, per 24 alunni.
Eppure lui, così pratico nella vita, ha saputo coltivare un suo interesse specifico, quello della parola e della grafia. Osservava gli stampati dei Topolini di suo fratello e ripassava le lettere chiedendo aiuto a lui.  Mi chiedeva di scrivergli i nostri nomi in fila, fin da piccolissimo, e li studiava.

Mentre Uno aveva un approccio molto "intellettuale" al testo fin dai primi anni, molto concentrato sul contenuto, sullo svolgimento della storia, con disegni per nulla vincolati alla realtà, è arrivato in prima elementare che a mala pena scriveva il suo nome. Poi certo è partito in quarta perché forte era il suo desiderio di conoscere, di leggere e rileggere.

Due invece ha accumulato le nozioni. E poi di botto le ha espresse. Lui è così. A lui piace sorprendere e lo fa solo se si sente sicuro.

Uno e Due si sono costruiti la loro scheda nella loro testa. Hanno puntato sui loro interessi, così diversi, come è giusto, e hanno modellato i propri approcci a questo mondo difficile che è quello della lettura e scrittura.

Non dico che le schede pregrafiche siano sbagliate tout-cour. A Uno piaceva tantissimo contornare le linee spezzate, ma non le ha mai abbinate all'esercizio prescolastico. Le aveva viste un'estate in un giornaletto e io gliel'avevo preso.

Penso sicuramente che una singola scheda asettica e anonima, data in mano ad un bambino di 5 anni alla scuola dell'infanzia e giustificata solo rispetto al fatto che l'anno prossimo andrà a scuola, è forse il metodo più riduttivo per adottarla.



venerdì 15 marzo 2013

TLE


Urli.
Non hai la erre.
Ti piace Spongebob.
Ti addormenti vicino a me. Spalmato a me.
Non fai merenda.
Hai paura di Ashanti. 
Ti piacciono i libri.
Ti piacciono i puzzle.
Ti piacciono i colori a dita. Ahimè.
Hai i lacrimoni facili.
Sei un baciatore seriale.
Vuoi sposare Alessia, perché la Susi è troppo grande (parole tue).
Dormi con una maglietta rossa.
Il tuo insulto preferito è balindo.
Seguito da manaccia.
Quando è pronto a tavola chiami: FRATELLI!!!!!
Anche se loro non ci sono.
Ti piace il cocciolato.
E la marmellata.
A vanvera mi dici: "Io ti adoro".
A vanvera dici: "Uno! Sei piccolo!"
Quando ridi ti parte il singhiozzo.
Ti piace fare il bagnetto lungo.
Ti piace dopo il bagnetto lungo lamentarti per le mani cotte.
Ti piacciono i jeans come il papi.
Non esci senza cappello.
La dermatite atopica è sempre colpa della zanzara.
Non vai a scuola senza zainetto.
Pretendi, come l'Uno, la merenda per l'intervallo. Al nido.
Ti piace lo scivolo.
Ma di più l'altalena.
Ti piace essere piccolo.
Forse perché a me piace quanto sei piccolo.

Auguri.
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