venerdì 12 luglio 2013

IL VENERDÌ SI FA....

Il venerdì mezzogiorno non si ha voglia di cucinare il pranzo allora si fa un pic-nic.


Il venerdì dopo pranzo, sotto le betulle si decide di cambiare il colore alle unghie (vedi particolare foto qui in alto). E succede che il più piccolo ti dica che anche lui tanti anni fa quando era una femmina metteva lo smalto, se per favore potevo farglielo ancora provare.
Quindi il venerdì si colora di viola l'unghia del pollice di un bambino di tre anni.

Poi il venerdì si ozia, si raccoglie un sassetto, poi un rametto. E l'Uno che in questo è molto laborioso, comincia a produrre.





E dunque anche il Due capisce che il gioco è interessante, ma a suo modo:


Il venerdì con questa pace ci si addormenta anche se non si vuole e ci cerca di stare seduti per non cedere. Ma questi venerdì non si arrendono, ti fanno cedere (notare il particolare del pollice smaltato, please):




E nel silenzio totale con gli altri due bambini immersi nei loro giochi, camminare in cerca di non so che cosa e trovarsi addobbi sulle porte:


E un caffè. Col rumore dei pennarelli che strisciano sui fogli.



E pensare meno male che queste tre piccole anime tengono compagnia alla mia sgangherata animaccia.


martedì 9 luglio 2013

I BAMBINI SONO CATTIVI

Uno: "Non riesco a dormire"
Io: "Vieni qui un po' con noi"
Uno: "Ok"

The Iron Lady scorreva in tv, a basso volume per non svegliare gli altri.

Uno: "Puoi fare pausa"
Io: "Devi andare in bagno?" Mi sembrava strano che il film lo prendesse tanto da chiedermi la pausa.
Uno: "No"
Faccio pausa.
Uno: "Quando sono andato via un bambino mi ha detto che lassù in alto sulla montagna ha visto una casetta. Sulla casetta c'era una scritta col mio nome e una data, la data della mia morte, tra sette giorni."
K: "Ma no! Voleva solo farti paura con uno scherzo stupido!"
Io: "Non devi credere a queste sciocchezze"
Uno con le lacrime agli occhi: "Non riesco a togliermelo dalla mente"
Io: "No, non devi fare così, ti ha fatto uno scherzo da idioti..."
Uno: "Ma perché? Era simpatico, perché mi ha fatto questo scherzo?"
Io come sputando bile: "Perché a volte i bambini sono cattivi." E l'umanità e il mondo e tutto è cattivo a volte, mi veniva da dirgli. Ma poi ho continuato: "Probabilmente lui stesso aveva paura di qualcosa e allora ha pensato di far paura anche a te, perché non la voleva tutta solo lui quella paura. Non lo sto giustificando Uno, è solo per dire perché a volte le persone agiscono così, ma è sbagliato. Invece di dire sì, ho paura di quella cosa la trasformano in una paura per gli altri."
K: "Hai fatto bene a raccontarcelo. Così adesso ti può fare meno paura"
Io: "Sì, hai fatto bene e la prossima volta non covartelo dentro neanche un minuto di più!"
Uno annuisce.
Vediamo il film finire, è mezzanotte.
Vedo la Thatcher e penso a quel bambino. Penso a quando gliel'ha detto. Penso all'Uno muto e in silenzio. Penso alla notte che ha passato. Penso a quando li facevano a me questi scherzi. Penso che no, non li giustifico dentro di me, no. A 11 anni no.
Ma quello di cui penso con più angoscia è il suo "ma perché mamma? Perché?".


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