mercoledì 29 febbraio 2012

COME ATTACCARE UNA TOPPA ANCHE SE NON SI SA CUCIRE.

Ebbé?! E allora?!
Sì, ok, non sono capace. No, i bottoni non li attacco. Magari andasse bene la colla a caldo, mannaggia....
Comunque si può allegramente pastrugnare anche se non si è abili con ago e filo.
Volete una dimostrazione...
Prendete una tuta che vostro figlio ha incautamente sderenato.


Ritagliate quel vestito che usavate nel 1992, quello con l'elasticone dietro, la gonna larga che arrivava alla caviglia... ma sì, quello che si metteva anche senza reggiseno perché non avevate ancora allattato!! Ecco, quello. (Nel caso ne ho milioni...)-

Ritagliate una sagoma semplice e che vi aggrada.


Sfilaccia. Non importa. Il vostro punto tremula, va zigo-zago, inciampa? Andate avanti.... Non sapete come si ferma il filo sotto e avete fatto dei grumi grossi come limoni? Non vi preoccupate: il bello di avere dei figli sotto gli otto anni è che a meno di non indossare del filo di ferro non si lamentano. Troppo.

E dunque: TaDà!!!!!!


Non sento le vostre ovazioni!!!
Guardate che lo sfilaccio è cool di brutto.
E poi a me sembrano un po' capelli di medusa.





lunedì 27 febbraio 2012

NO. NON TOCCATEMI.

Sto ferma immobile.
Accumulo calore col corpo.
Mi guardo le rughe con condiscendenza.
Non cambio le vecchie all star bucate viola.
Ascolto Radio Deejay tornando dalle scuole.
Ascolto il rumore della lavatrice che gira e gira.
Le campane suonano le dieci.
Penso che oggi merenda, poi basket, poi compiti, poi...

Quanto tempo che non mi succedeva.
Tutto questo casino ha trovato posto, oggi.
E mi sembra che sia tutto inevitabilmente al suo posto.
Cos'è? Sono così meteopatica che basta superare la soglia dei 12 gradi?
E' il mare? E' il mio mal di schiena passato?
O forse Genova...

Ma è poi così importante chiedermelo?
Fermati cervello.
Stai immobile.
Lascia che il corpo vada, faccia, giochi.
Tu in silenzio. Shhhhhh....

Ti concedo solo un sorriso mesto.
Che lo so che aspetti sempre il peggio tu.
La mestizia oggi. Nulla di più però.


Città dei bambini - Genova

Città dei bambini - Genova

Città dei bambini - Genova

mercoledì 22 febbraio 2012

A CACCIA ovvero DISEGNARE SENZA ORPELLI

Questo fine settimana siamo andati ad un corso di illustrazione per bambini tenuto ogni volta da un autore diverso. Siamo andati a quello di Massimo Caccia, autore che amo molto.
Quindi, diciamo pure, che ho indotto i miei figli a seguirmi al laboratorio....

In primo luogo le presentazioni:


E poi il lavoro vero e proprio.
Siamo partiti col disegnare un bozzetto su foglio a4 e matita. Il soggetto doveva essere un animale "alla Caccia", lasciando interpretare ai bambini l'idea di cosa fosse un disegno "alla Caccia".
Poi, utilizzando gli acrilici (gli "acidi" secondo il Due!!) preparati da Massimo stesso nelle tonalità a lui consone, abbiamo colorato su cartoncino.
Oh, "acidi-acrilici"! Quanto mi piacete!! 
Mentre coloravamo gli chiedevamo le sue tecniche, il suo stile.
Ci ha precisato che lui non nasce illustratore. Durante una sua mostra i Topipittori l'hanno visto e gli hanno proposto un lavoro che lui ha accettato. Grazie Topi. Grazie.
Questi i nostri lavori:

Uno
Naturalmente ha molto insistito sul contorno nero che Due ha così interpretato:

Due

Mi piace quel suo mondo piatto, senza sbavature. Che toglie invece di aggiungere. Asciutto eppure così pieno. Denso di colore.
Ora l'Uno è nella fase "alla Caccia" in pieno: entra e esce dal sovraffollamento nella pagina. E di nuovo mi ritrovo spettatrice.


Qui pubblico la prime tre pagine del nuovo libro di Caccia. Senza parole. Io e il libro.


lunedì 20 febbraio 2012

SULLE DONNE CHE SPIEGANO AGLI UOMINI ovvero MASCHILE COMUN DENOMINATORE

Lo so. So benissimo che parlare di politica fa cambiare blog. So che nel mondo settoriale del web, se il tuo è un blog creativo, dovresti stare nei ranghi; se è un blog sullo sviluppo sostenibile dovresti sono parlare di bio, eco...; se è un blog di mamme i Figli sono il tema da cui non ci si può scostare.
Ma ecco, cambio le carte in tavola, e dico che forse questo è più un blog personale, un mio personale diario e dunque faccio fatica a escludere da qui la politica che tanta parte gioca tra queste mura.

Noi siamo ufficialmente entrati in campagna elettorale. A maggio ci saranno le elezioni comunali e noi siamo presenti, per la terza volta.
E' importante sapere dove ci schieriamo? E' importante sapere se a destra o a sinistra? Per noi è ininfluente perché abbiamo guadato il fiume e ci siamo accorti che quei due mondi su molte cose possono parlare.
Ma non è questo il punto.


Il punto è che domenica sera io e il K. stavamo riflettendo sui prossimi mesi. Sull'atteggiamento che lui dovrebbe avere, visto che è sempre molto esposto. Io, al solito, lo stavo sommergendo di parole mentre eravamo a tavola, quando l'Uno ci ha interrotto:
Uno: "Ah, non pensavo che le donne insegnassero agli uomini!"
MiV: "O_o!!!!"
K: "O_O!!!!"
MiV: "Cioè in che senso?"
Uno: "Ecco..." sgrana gli occhi e pensa ommamma ho cannato a parlare....
K: "No, dai ci interessa molto quello capire..."
Uno: "Ecco, io pensavo che la politica la facessero solo gli uomini. E quindi erano le donne che si dovevano far spiegare le cose..."
MiV: "Beh, diciamo che ci sono più uomini che fanno politica, ma ciò non toglie..."
K: "Noi ti abbiamo dimostrato che non è così!"
Uno: "Già! Comunque mi piacerebbe un po' di maionese..."
E così il discorso è tornato sulla vera priorità, elemosinare un po' di maionese! :)

L'Uno con le sue analisi ci spiazza spesso. Come è potuto succedere, ci siamo chiesti? K. pulisce culetti e il bagno, io monto i mobili dell'Ikea, ci sembra che ci stiamo impegnando sul tema del genere. Eppure.
Eppure il mondo è quello che descrive e respira l'Uno. Le donne sono assenti dalla politica. E' platealmente vero. E non è che un governo che durerà un anno cambierà le cose.
Di politica parlano gli uomini. Le donne per lo più ascoltano e annuiscono. E' vero. E' così.

Al contrario che nelle altre due volte precedenti, questa volta partiamo stanchi, perché le cose importanti da dire le abbiamo dette da dieci anni riguardo alla nostra città. E così ci diciamo, questo è l'ultimo passo davvero e un po' siamo impauriti dai mesi che ci aspettano.
Ma se anche le cose andranno male, ci siamo detti, abbiamo insegnato ai nostri figli una cosa importante. Come diceva Gaber, "la libertà non è star sopra un albero, libertà è partecipazione" unita di donne e uomini.

venerdì 17 febbraio 2012

FACCIAMONDO ovvero QUANDO I GENITORI NON RACCONTANO


Ieri mattina, cara homemademamma, sono stata in una prima elementare a leggere un po' di storie. Prima di iniziare mi faccio sempre dire dai bambini qual è la loro storia preferita. Non viene fuori un granché, a dire il vero, se non dai primi due o tre, poi gli altri copiano e ridicono tutti la stessa storia.
Ma nella classe di ieri tantissimi bambini mi dicevano che non avevano una storia preferita. Come? Dico io. Possibile?
Insomma, scava e chiedi e il risultato è stato che su 19 bambini, 8 non avevo mai sentito un loro genitore raccontare loro o leggere una storia. 8 su 19! Quasi la metà.
Tornando a casa mi ripetevo che no, io non mi rendo conto bene del mondo com'è al di fuori del mio orticello.
Perché parlo di questo. Perché il libro di oggi è un libro per bambini. E' un libro difficile, ma che loro guardano incantati. In quell'incanto sta la loro salvezza.

FACCIAMONDO
Chi c'è nel tondo?
di M. Ferri e R. Piumini
- ed. Artebambini -

In primo luogo è (quasi) obbligatorio andare alla pagina dell'Artebambini. Troverete libri meravigliosi.
Poi che dire, Piumini è lui, stra super mega famosissimo autore di notevoli libri per bambini (senza sottovalutare la sua produzione musicale!!), mentre Michele Ferri è un ottimo illustratore.
Il libro è composto da dei fogli bucati che coprono il disegno successivo in modo da sviarne il senso. I disegni completi sono tutti delle maschere che quando vengono in parte coperte, assumono un aspetto completamente diverso.
E' divertente anche proporlo ai bambini. Noi ci abbiamo provato durante delle letture in biblioteca e il risultato è stato molto interessante:

Uno: skyline con luna.
Uno: maschera del saggio con la pietra in testa.

Due: Elegante dame di corte?

Due: Maschera del pagliaccio (sic!).
Come al solito vi rimando qui per guardare le prime pagine. E poi vi ricordo il Giveaway cogliendo l'occasione per ringraziare davvero chi ha già dato il proprio contributo. 
Buon fine settimana.




martedì 14 febbraio 2012

IO ASPETTO DI...

Rubo l'idea ad Anna. Lo dico e lo ammetto.
Anna è la maestra di teatro dell'Uno. L'altra settimana è tornata con un compito da fare sul suo diario teatrale. C'erano due pagine bianche e un titolo sopra:


E dentro un filo rosso, plasticoso.



Deve costruire qualcosa con quel filo, quel filo deve diventare un filo nel disegno. Sbircio indietro:


E ancora più indietro:


Ad un certo punto i bambini non ti seguono più nelle tue proposte. O comunque non sempre. I livelli di lettura della realtà diventano più numerosi, più complessi anche.
Ecco, saper giocare con questa complessità è bello. Non so se ancora sono capace. Però è bello.


venerdì 10 febbraio 2012

DIARIO DI SCUOLA

Homemademamma, oggi parlo di un libro che ho sempre aggirato e non ho mai affrontato. In questo mio desiderio di sondare quella scatola magica che è l'educazione ho rotto gli indugi.

DIARIO DI SCUOLA
di Daniel Pennac
- 2007 -


Per quanto possa apparire strano, Pennac a scuola era un disastro. Ma non un disastro così... un vero e proprio disastro. Poi, come racconta, è passato dallo scempio più totale datato 1959 al diventare professore in una scuola media nel 1969. Cosa gli è successo in quei dieci anni? Come è potuto accadere che il luogo che più odiava potesse diventare quello che più ha amato?
Qui lo racconta. 
A partire dagli 0 in ortografia (sì sì, zero era il voto), fino alle bocciature, al collegio lontano da casa, alle richieste inascoltate ai genitori di farlo smettere di studiare.

Per tutto il libro ricorda i suoi salvatori: quattro professori che l'hanno aiutato e fatto rinascere. Di uno in particolare dovremmo essere tutti grati perché davanti agli innumerevoli strafalcioni, gli ordinò di scrivere un libro, un romanzo. Un capitolo a settimana, rivisto e corretto più e più volte. Un compito personalizzato insomma, solo per lui.
A quel punto si è detto: ma allora anch'io son degno, anch'io posso farcela e da lì la risalita.

Poi, naturalmente il libro si sofferma anche sul suo insegnamento, sui casi singoli, sui metodi (un brano a memoria a settimana, chiesto per tutto l'anno, per esempio).

E' un libro interessante e spassoso. Perché davvero Pennac è divertente e s'intravede tra le righe quel bambino che è stato:
.... oltre che negato, insolente. (...) Ma Dio, la solitudine del somaro nella vergogna di non fare mai quello che è giusto! E il desiderio di fuggire...
perché
nella società in cui viviamo un adolescente tenacemente convinto di essere una nullità (...) è una preda.
Come sempre le prime dieci righe sono qui.
E poi vi aggiungo un pezzetto, perché sempre lì ho aperto un giveaway che spero possa piacervi.




giovedì 9 febbraio 2012

TENERSI UN PICCOLO SE' AL COLLO

Il brutto dei traslochi non ve lo sto a dire, lo sapete no?!
Il bello è che si ritrovano cose che si credevano perse per sempre. E quel momento del ritrovamento batte quasi il Natale, a emozione.
Ieri il K. ha ritrovato questo disegno che l'Uno ha fatto intorno ai tre anni e mezzo:


Rappresenta il suo papà. Che è stato molto contento del disegno, soprattutto perché gli ha messo una folta chioma di capelli! Ehehehehe....
Io l'ho preso il disegno e l'ho portato da un signore che lavora in un piccolo laboratorio. Ne è venuto fuori questo:


Ora è in produzione quello del Due, perché lo invidio molto quel ciondolo, e voglio proprio vedermi tracciata in poche linee. Ah, che liberazione senza orpelli....


mercoledì 8 febbraio 2012

COME GIOCARE A IPNOSI COLOMBIANA

Mi riapproprio della pagina del Giocare senza Giochi, oggi.
Mentre vado a giocare senza giochi nelle classi. E mi diverto vedendo questi piccoli uomini e queste piccole donne ridere e scherzare, anche su se stessi.
Questo gioco è molto allegro. Pare difficile, ma anche i più piccoli riescono a farlo con una precisione minuziosa.
Necessario:
Minimo due bambini.

Svolgimento:
E' un gioco a coppie. Uno fa l'ipnotizzatore, l'altro l'ipnotizzato. Il mago tiene la propria mano aperta davanti al volto dell'altro e come se scattasse una molla magnetica, la mano accompagna il volto attraverso lo spazio, muovendosi. 

Perché? Per chi?
E' utile perché fa accendere una scintilla tra la coppia, aiuta a tenere l'attenzione sull'altro immedesimandosi nell'altro corpo. E poi è divertente perché aumenta la complicità. 
Se fatto in più coppie è più difficile, perché oltre all'attenzione al compagno, occorre stare accorti ai movimenti degli altri, per non scontrarsi.
Quando i giochi riguardano il corpo, secondo me dovrebbero essere obbligatori fino alla maturità. Se poi aiutano a rendere più acuto lo sguardo su gli altri, beh, allora hanno davvero centrato.
Anche il bambino più timido apprezzerà questo gioco, statene certi.

martedì 7 febbraio 2012

SUI COLORI CHE CAMBIANO ovvero SFUMATURE

Date a un bambino queste due foto:



Poi ditegli di numerarle secondo la sequenza temporale....
Quale metterà per prima?
La prima è data 13 gennaio, la seconda 6 febbraio.
Non è scontata la numerazione e mille sono i motivi che potrà addurre a sostegno delle sue scelte. Le immagini sono lì, ambiguamente chiare.

Quanto ci inganna la vista? Tanto. Tantissimo. L'ho imparato a un esame di psicologia della percezione, l'ho imparato grazie a questo libro, che davvero consiglio. 
Ma su molti aspetti della nostra vita si può applicare quella stessa bugia originaria che guida la nostra vista.
Riflettevo così, quando i bambini hanno provato a disegnare dei pallini colorati su dei tovaglioli:


e poi li hanno messi nell'acqua...


e questo è stato il risultato. La scomposizione dei colori. Il verde nell'azzurro, l'arancione poi diventato giallo, ecc.
Ecco dicevo, qual è la realtà di "Piccolo Blu e Piccolo Giallo". Noi siamo tutti così, pallini colorati che rotolano nella realtà. Ben sicuri nel nostro vestito monocolore, certi della nostra monilitica identità ci affacciamo al mondo e identifichiamo l'altro e lo rappresentiamo nel colore che gli corrisponde. Forse aveva ragione Goffman, la nostra realtà è composta da cornici che ci aiutano a incasellare la realtà complessa delle cose e degli eventi, saltando di qua e di là con nonchalance. 
Ma poi, arriva il momento in cui la rappresentazione comincia ad avere delle crepe e dal nostro vestito affiora una macchia, una sfumatura. Oppure, come piccolo blu, piangiamo e tutto si scioglie e ritorna al suo stato originario.

lunedì 6 febbraio 2012

ESPERIMENTI VARI ovvero SE METTETE UNA BOTTIGLIA....

Via, che con la noia si diventa creativi, si muove il cervello e le mani fremono.

ESPERIMENTO N. 1
 - IL GHIACCIO - 

Occorrente
Bottiglie d'acqua gasata (piene) di vetro
Freddo

Svolgimento
Lasciare le bottiglie (meglio se una cassa intera) al freddo. Ma al freddo vero, quello che segna -12°C.

Risultato




ESPERIMENTO N. 2
- LA MONGOLFIERA -

Occorrente
Carta velina
Pennarello
Righello
Colla
Phon (sic!!)

Svolgimento
Disegnate questo sulla carta velina:


che poi opportunamente tagliato e incollato darà questo risultato (sullo sfondo il libro da cui è stato preso):


ponete sotto la mongolfiera, dalla parte bucata il phon (vento caldo, potenza minima) e....
volaaaaaaaaa....




venerdì 3 febbraio 2012

DUE STORIE SPORCHE

Premesso, cara Homemademamma, che adesso chissà che contatti avrò dato il titolo che ho messo. E ti dirò di più, quando ho comprato questo libro all'Ipercoop (lo ammetto, a volte cedo al supermercato, compro la pasta, i patelli e Bennett...), la cassiera che in automatico passava gli articoli, sul libro si è fermata. L'ha preso. L'ha guardato. L'ha sfogliato. E poi me l'ha ridato. "Scusi", mi ha detto "volevo solo dargli un'occhiata...".
Maliziosi. Non era a causa del titolo che si è soffermata sul libro, ma per la sgargiante copertina.

DUE STORIE SPORCHE
di Alan Bennett
- 2011 -


Alan Bennett è inglese e per lo più drammaturgo. Scrive commedie, sempre per lo più. E questa è una di quelle.
E' una risata a denti stretti, tipicamente english. E' stridente e fastidioso a volte per quanto entra e tocca corde inaspettate.
Le due storie ve le abbozzo, perché sono proprio da gustare.
La prima parla di una vedova che per farsi pagare l'affitto, accetta la proposta di una coppia di studenti.
La seconda è la storia di un giovane e promettente uomo che ha una relazione pericolosa con un altro uomo, ma che nel frattempo si sposa con una giovane donna che nasconde altre relazioni pericolose.

A ben pensarci fa già sorridere un titolo così... ma chi dice mai ti racconto una "storia sporca"?!?!
Magari qualcuno mi può aiutare nella traduzione originale del titolo:

Smut
Two Unseemly Stories

Poi, se avete voglia di leggervi le prime dieci righe del libro, andate lì:


E' un gioco che ho iniziato, e non riesco più a smettere....

giovedì 2 febbraio 2012

LA MARCIA DI RADETZKY ovvero LA FINE DELL'IMPERO

Allora, prima della grande guerra, all'epoca in cui avvennero i fatti di cui si riferisce in questi fogli, non era ancora indifferente se un uomo viveva o moriva. Se uno era cancellato dalla schiera dei terrestri non veniva subito un altro al posto suo per far dimenticare il morto ma, dove quello mancava, restava un vuoto, e i vicini come i lontani testimoni del declino di un mondo ammutolivano ogni qual volta vedevano questo vuoto. Se il fuoco portava via una casa dall'isolato di una strada, il vuoto lasciato dall'incendio rimaneva ancora a lungo. Poiché i muratori lavoravano lenti e attenti, e i vicini più prossimi, come passanti casuali, quando davano uno sguardo allo spiazzo vuoto si rammentavano della forma e delle mura della casa scomparsa. Così era allora! Tutto ciò che cresceva aveva bisogno di tanto tempo per crescere: e tutto ciò che finiva aveva bisogno di lungo tempo per essere dimenticato. Ma tutto ciò che un giorno era esistito aveva lasciato le sue tracce, e in quell'epoca si viveva di ricordi come oggigiorno si vive della capacità di dimenticare alla svelta e senza esitazione.

La marcia di Radetzky, Joseph Roth

mercoledì 1 febbraio 2012

CON COSA ANIMARE UNA STORIA ovvero DARE L'ANIMA

Stasera preparo le cose per domani. Faccio la cartella, come dice l'Uno. E visto che ho tempo, vi faccio vedere cosa racconterò in seconda. Vi presento un mio caro amico, che per tante scuole mi ha accompagnato e che ha impaurito orde di pischelli.
Signori e signore: IL MOSTRO PELOSO


No, no, non mi applaudite. Non datemi da fare altri costumi, questo l'ha fatto la mia amica G. Grazie a lei le mie storie prendono vita, grazie al suo supporto e alla sua bravura, nulla è impossibile, i tessuti si piegano alla sua volontà e alla sua maestria. Davvero G. senza di te sarei persa.
Quell'anello sopra è in realtà la collana che mi appende il mostro al collo. Eh sì, il mostro è alto come me.

La CASA del mostro:



Il ripieno del mostro....

I palloncini....

... e il principe.
Il mostro peloso dopo aver mangiato il ripieno.


E gli amici del mostro:

Il Re.
La mitica Lucilla...

... con tutte le sue parti.

Ecco. La mia cartella è pronta.


E il mostro peloso pure......


Uaaaahahhahaha!!!
UAHHHAAAHAHHAHAHA!!!
(risata diabolica)

Il resto è solo sudore, divertimento e faccia di bronzo.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...