mercoledì 31 ottobre 2012

BISOGNERA' PUR RIDERE.

I tempi sono cupi. Le giornate uggiose e fredde.
Una notizia però ha riscaldato le giornate ai miei gnomi.
La teacher ha dato il permesso all'Uno e ai suoi compagni di venire a scuola travestiti oggi, per festeggiare Halloween durante l'ora di inglese.
E' bastato questo per scatenare il delirio in casa.
Euforia a manetta. Prove costume con il saccone dei travestimenti fino a giungere a questo risultato:



Perchè poi scatta l'effetto catena. Se una cosa la fa uno, allora la fa l'altro e l'altro ancora.
Ma non è bastato questo.
Hanno pure cominciato a produrre a manetta pipistrelli, teschi e zucche, perché quest'anno mamma, facciamo a casa nostra la festa da Halloween.



E dunque ora scrivo solo due righe perché qui fervono preparativi.
Gli scettici di Halloween cominciano a tentennare. D'altro canto una cosa ho imparato nel mio viaggio negli Stati Uniti, cioè che loro amano divertirsi, è una cosa seria per loro il divertimento e ci si applica, mannaggia.
La nostra festa dei morti trasuda tristezza e cordoglio e penitenza ed espressione contrita. E per quanto ci stia tutto questo amalgama di sentimenti, non lo si può imporre ai bambini.
E' molto europea questa giornata. E come al solito tendiamo a guardare gli Stati Uniti come i vecchi genitori guardano dei bambini che corrono al cimitero. Sdegnati li riprendiamo mentre loro corrono semplicemente perché è bello sentire il rumore dei sassolini sotto le scarpe.


lunedì 29 ottobre 2012

CLAUDIO MILANI ovvero VOCI maschili

Claudio Milani è un attore. Produce e mette in scena spettacoli per bambini.
Ieri pomeriggio tutta la famiglia MiV è andata allegramente a teatro.
Noi Milani lo amiamo molto. Abbiamo visto quasi tutti i suoi spettacoli. Lo abbiamo ospitato per la festa finale della scuola dell'infanzia.

Ieri presentava Voci. Dello spettacolo potete leggere in modo molto esaustivo qui nel suo sito, dove troverete anche delle schede didattiche con anche dei suggerimenti per delle attività da fare coi bambini.

Milani è bravo perché accende le storie che narra con delicatezza. Per chi lavora coi bambini, sa quanto sia difficile iniziare una storia, creare il silenzio senza zittire, agganciare gli sguardi di bambini anche molto piccoli. Lui lo fa con una naturalezza incredibile.
In pochi minuti la storia è già dentro di noi.

Milani è bravo perché ha stile e gusto. La scena estetica è curata in modo minimalista ed essenziale. Arriva puntuale allo spettatore, non ci sono orpelli. I suoi colori sono principalmente il nero (lui e lo sfondo) e il rosso che diventa il colore del sogno, del possibile, del buono, del risolutivo.

Milani è bravo perché è minimalista anche nella sua fisicità. Lavora sui piccoli particolari del corpo. Non giogioneggia, ma toglie toglie toglie tanto che un suo sguardo particolare fa ribaltare la platea dalle risate.

Milani è bravo perché è un narratore puro. La voce è la sua arma principale.
Una voce maschile, così affascinante per i bambini che hanno interlocutori per lo più femminili nella loro vita. La narrazione da voce maschile è molto bella. E' legata alla figura del padre che è al tempo stesso fonte di timore e di rassicurazione. Un orco con voce maschile terrorizza, ma allo stesso tempo quando la voce rassicurante del narratore risolve le storie, le paure si stemperano e i volti si distendono.

Ho visto molti spettacoli per bambini, ma mai ho assistito a eventi, come questo, che tenessero gli occhi di grandi e di piccini attaccati al palco così. Mai sentiti tanti genitori dirsi l'uno l'altro: "Hai visto? E' stato bellissimo!!" quasi dimenticando di aver portato il proprio figlio che satollo di storie adesso vuole solo le patatine.

Milani è bravo perché fonde i livelli, racconta cose ai bambini e cose ai grandi. Riesce a commuovermi sempre. Sempre. E a ben pensarci a me basta questo.

lunedì 22 ottobre 2012

LA TORTA FILOSOFICA

Le torte che vanno forte nell'anno del signore 2012 sono innanzitutto colorate.
Sono arzigogolate, difficili, astruse, creative, tematiche, multistrato.
Mi sono venute in mente l'altro giorno mentre giocavo a didò col Tre.


Col pongo va forte la torta e così quando ho tagliato le fette mi sono venute in mente quelle vere che spesso sono così.
E da lì mi è partito il trip cogitabondo.
Ho pensato che quelle torte sono un gioco, per lo più. Solo che le facciamo noi grandi e dunque dobbiamo dare loro una parvenza di utilità e così trasformiamo il nostro 'pongo da grandi' in zucchero da colorare e plasmare. Il gioco fine a se stesso è finito con le scuole medie.
In secondo luogo ho pensato, en passant, che i coloranti dopo lo zucchero sono di fatto il secondo ingrediente e che un po', ammettetelo, queste torte hanno tutte lo stesso sapore (molto buono!).
Infine ho pensato che riflettono molto i nostri tempi. Molto lavoro d'immagine, marketing della torta, il trend del colorante. E poi gli studi che la precedono: qual è l'hobby del festeggiato? E' uomo o donna? Fa qualche sport? 
E' divertente farla, penso. Forse più che mangiarla.
Infine parte l'ansia da competizione. Non si può fare sempre la stessa torta, ogni volta un colore in più, un piano in più, un bouquet intero, un bosco, la foresta amazzonica!
Non se ne esce più.

Insomma lo specchio dei nostri tempi.

Nessuno me ne voglia. Ho parecchie amiche che ne sfornano di bellissime.
La mia è solo filosofia, prendetela così.



venerdì 19 ottobre 2012

TUTTO CAMBIA DI CONTINUO


Per questo venerdì, homemademamma, ho scelto questo libro che mi è capitato in mano ieri in biblioteca. E' denso. L'abbiamo letto in un volo coi bambini affascinati e hanno voluto rileggerlo e rileggerlo.


In queste giornate nate da notti agitate e per molti insonni, questo libro, che parla di una bambina che non riesce a prendere sonno, è l'ideale.
Sono pensieri che nascono quando si è così, persi nel letto a guardare il soffitto con la lucina accesa. E ci si pongono le grosse domande, si seguono sentieri contorti che fanno camminare e vagare senza ricordare da dove si è partiti e dove si voleva arrivare.



E' un libro buio e nero ma al contempo così luminoso. Le poche parole sono accompagnati da illustrazioni mutanti.
E' su quello che si snoda il libro: il cambiamento, dal fiore all'umanità, tutto si muove:

Di notte le cose si muovono meno.
Dormono tutti. Gli animali, i fiori,
le persone. Tutti... tranne me.
Stasera non riesco a dormire.
Penso. Mi piacerebbe sapere che
cosa fa muovere tutto di continuo.
Cosa fa spuntare i fiori e muovere
le nuvole. Cosa fa crescere le mie 
braccia, i miei piedi, le mie mani...
Che cos'è? E' qualcosa sotto terra?

E per tutti arriva il momento in cui il cambiamento sembra terminato e ci si scontra contro l'apparente immobilità.




Ma basta cambiare noi, la nostra prospettiva e il nostro sguardo...



 ... per accorgersi che è solo un nuovo piccolo mutamento.


Qui le prime tre pagine.

martedì 9 ottobre 2012

SUL VALORE DELLO SCARTO ovvero FABBRICONE 2

Il lunedì è sempre una giornata dura. 
A volte inizia tranquillamente. Altre volte, tipo ieri, inizia con un figlio col mal di pancia e con un altro col mal d'asilo e tutto appare difficile. 
Poi può succedere, sempre di lunedì, che un progetto che stavi portando avanti in una scuola venga bocciato per un motivo futile e infantile. A volte vivere troppo a stretto contatto coi bambini fa male, pensi.
Cosa fare?
Io penso alle cose belle che mi aspettano. Alle persone belle che vedrò, magari il giorno dopo. Se sono proprio messa male programmo il fine settimana. Di lunedì.

Ieri è stato un giorno così, messo male. Ma avevo una bella cosa alle 17. Un incontro con una psicopedagogista alla scuola dell'infanzia, un incontro sull'uso artistico degli oggetti.


Ci ha parlato del riciclo creativo e del riuso, degli atelier di Reggio Emilia 
Ci ha fatto vedere delle foto, ci ha fatto immaginare di poter buttare via tutti i giocattoli di casa e di poter attrezzare un atelier in casa. Insomma abbiamo un po' sognato.
Poi ci ha fatto un inciso, così prezioso per me. 
Ha detto che riutilizzare il porta uova, il tubo della carta igienica, i tappi è una cosa ottima, ma che quegli oggetti hanno già una storia quando passano tra le mani di un bambino. Hanno un passato.
Lei ci ha parlato di una cosa che più di tutte aiuta un bambino: lo SCARTO INDUSTRIALE.
Lo scarto della plastica, quando si fanno le scatole, lo scarto delle bottiglie, del legno.
Lo scarto che non ha significato, che non vuol dire nulla, che non ha storia, che non ha nè aveva una funzione. Un filetto di plastica gialla, per esempio. Tanti filetti di plastica gialla. Un ovale grigio gobboso, oppure.
Ecco, quegli scarti senza storia costringono i bambini a creare dal nulla. Fanno ripercorrere loro quello che l'artista opera e cioè una creazione dal niente, da ciò che non sia altro che un pezzo insignificante di realtà. 
Con la sola forza della propria immaginazione il bambino compie un atto artistico, ma soprattutto apprende mentre fa. Tocca, prova, sperimenta, aggiusta il tiro rispetto all'idea originale, cala nella realtà il suo magma immaginifico.
Apprendere, sentire, fare. Uniti e inscindibili.



Domenica era il mio compleanno e a questa riunione un'amica mi ha regalato un timbro e una matita. Come succede spesso tutto torna. I miei appunti li ho presi lì, perché in fondo sono stordita e non porto mai nulla con me per scrivere.
E così mi sono detta. Ok MiV, riparti da lì. Dagli scarti. Torna indietro prendi sù e lavora. Concediti il lusso di rifondare. Accogli lo scarto come un punto di partenza e scala. Butta via quello che c'è da buttare, ma i ritagli intorno tienili e ricostruisci.


PS: Intanto che io viaggiavo col pensiero, una ex-maestra della scuola raccontava estasiata cosa aveva visto in Bicocca a Milano. Così ho preso l'appunto e ho segnato il sito. Date un'occhiata. Lei aveva gli occhi che brillavano. 

mercoledì 3 ottobre 2012

COME FARE UNA GELATINA DI UVA FRAGOLA

Sono tornata alle merende.
Un po' perché l'uva fragola del nostro albero andava perendo lentamente. Un po' perché l'uva matura tutta in un botto ma ti fa correre in bagno appena superi la dose giornaliera consigliata. Un po' perché il Tre adora la gelatina e io non gliela faccio quasi mai. E dunque oggi ho prodotto.

INGREDIENTI:

  • 400 gr di uva fragola
  • 4 cucchiai di zucchero integrale di canna
  • 4 cucchiai di acqua
  • 200 ml di succo (pera o mela)
  • 2 cucchiaini di agar-agar

PROCEDIMENTO:

Sgranare l'uva e lavarla.
Metterla nel mixer con lo zucchero e l'acqua tipo così:


Accendere e frullare.
Prendere un colino e passarla. Oh quanto mi è piaciuta questa trasformazione. Da un elemento composito e grumoso a quel liquido puro, liscio. Bello.


Infine mettere il succo in un pentolino e aggiungere a freddo l'agar-agar. Far bollire mescolando per circa cinque minuti. Alla fine unire i sue succhi, mettere negli stampini, mettere in frigo e attendere.
Questo il risultato. 
E' una foto tonta perché me lo stavo mangiando tutto quando mi sono ricordata del post al volo e dunque la foto è quella che è. Ma vi assicuro che il risultato è eccezionale e il profumo ancor di più.



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