giovedì 19 giugno 2014

SULLA CARLA ovvero GHE SEM

Ghe sem è un'espressione dialettale delle nostre zone. La traduzione letterale è: Ci siamo. Ma è un "ci siamo" del lungo viaggio, della fatica, della felicità di esserci riusciti.

Comincio dalla fine a raccontare la Carla, che è stata da noi due giorni e che si è comprata una maglietta con scritto appunto Ghe Sem, prima di prendere il treno per tornare a Roma.

Il "da noi" è il "dal Tommaso", dove ormai mi sento un po' come casa mia, se per casa si intende un luogo dove tornare è bello.

La Carla è la Carla Ghisalberti, co-autrice di uno dei blog caposaldo per le recensioni di libri per bambini e ragazzi; membro di redazione di una delle case editrici più audaci del panorama italiano, orecchioacerbo; nonché lettrice per professione e formatrice. Insomma per me un po' un idolo, perché riesce a fare al meglio tre cose che hanno un peso fondamentale: parlare di libri, stampare libri, leggere libri.

La Carla e il Tommaso: non ho chiesto il permesso di pubblicarli, me ne vorranno?

Quel fine settimana sono successe tante cose. Anzi no. Sono successe tante piccole cose che hanno smosso grandissime cose. E' stato un fine settimana di linee intrecciate che continuavano a formare significati, a partire da uno dei libri di cui Carla ha parlato: Ballata di Blexbolex.
E' un libro piccolo, alto, con dei colori fantastici. Lo prendevo in mano, lo sfogliavo e lo lasciavo lì. Poi tornavo dal Tommaso e lo riprendevo in mano. Insomma, alla fine mi è stato regalato.
E Carla l'ha sviscerato. Mi ha spiegato perché mi sono innamorata di quel libro. Ed è così, succede come con gli uomini, ti innamori, non capisci, razionalizzi, ma non ti interessa e vai avanti e con quel libro è stato così.
Carla ha una padronanza della materia che è spaventosa. Mentre parla la vedi che sfoglia e la immagini che risfoglia e segna e scrive. E' un piacere sentirla.



Ma non voglio parlare del suo lavoro, voglio parlare del suo modo. Penso, da lettrice di libri nelle scuole, di avere più imparato da lei in 48 ore scarse, che in tomi e tomi di libri sull'approccio alla lettura.

Mi sono goduta le sue letture ai bambini come fossi una di loro e ho appreso.

Di un libro Carla prende il nocciolo, il senso ultimo e profondo e ne parla coi bambini, ponendo domande e stando in ascolto. Riprendendo le risposte e rivoltandole ad altri in un gioco che crea il gruppo, l'attesa, la voglia di capire in che direzione si stia andando... Ah il desiderio... e poi comincia la lettura e rifinisce il senso delle domande, le ricolloca.

E poi gli capita il gruppo in cui molti bambini conoscono già il libro che leggerà.
Io ho la tendenza ad andare nel panico quando mi capita, mentre lei ci gioca, lascia dire a chi sa per far intendere. Come un mago che gioca con le attese, tesse agganci e poi svela o fa svelare.

La Carla c'è, è così presente nelle cose che fa, così lì, così attenta da ridare subito, immediatamente grande dignità all'Ascoltatore, sia esso un bambino di quattro anni.

Io da grande, da mamma, auguro a tutti di poterla vedere da vicino, al lavoro. Vale più di molte lezioni pedagogiche.

(Poi ci sono state molte pieghe in questi due giorni, così speciali e belle da non poter essere narrate. Così vicine a me da volerle lasciare lì nei ricordi. Molto personali anche. O forse no, erano semplicemente questioni... dell'umanità.)


Grazie Carla.
(Il Tre ha visto il tuo cane, ha detto che vuole assolutamente vedere il tuo cane. E dopo, Roma. "Dopo", mi ha ripetuto.)

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