lunedì 2 aprile 2012

CONTRO I 60-70ENNI. LETTERA APERTA.

Sì. Ho i capelli girati dall'altra parte. C'è il vento e lo odio. C'ho saturno contro. Mettetela come volete, ma lo so, mi accorgo di essere polemica. Sapete, la primavera è l'epoca del cambiamento, delle rinascite, no? E' il periodo in cui le cose uguali a se stesse riemergono sempre leggermente diverse rispetto all'anno passato. E' questo forse il suo lato spaventoso e meravigliosamente rivoluzionario.

Davanti a quest'esplosione eruttiva di verde fiori e foglie, ho pensato alla generazione più monolitica che io abbia mai incontrato nella mia vita: quella dei 60-70enni.

Loro sono la generazione che per la prima volta nella storia, ha guadagnato in media più del doppio dei propri genitori, ma anche la generazione che vedrà i propri figli guadagnare la metà di quello che hanno guadagnato loro. Sono la generazione che ha 'combattuto' tra la fine degli anni sessanta e la fine dei settanta per noi. Per noi?! Per la rivoluzione sessuale? Per l'emancipazione della donna? Per una scuola più equa? Per la meritocrazia?
Viviamo in un paese sottosviluppato quanto a emancipazione. La scuola è allo scatafascio e nella fretta di distruggere tutto ciò che è autorità, hanno distrutto anche ciò che andava salvato: l'autorevolezza.
Sono stati quelli che ci hanno detto di assassinare i padri e adesso sono quelli che sui giornali ci dicono che noi genitori siamo troppo permissivi, molli, manchiamo di autorità.

Sono quelli che a noi 35-40enni dicevano fossimo la generazione X: smidollati senza ideali, senza aneliti, sfiduciati...
Invece abbiamo sbagliato! Dovevamo fare come loro, incancrenirci nelle nostre pseudo-certezze, come hanno fatto loro per anni. Diventare dei monoliti, ma pensando in modo bidimensionale: questo è buono, quello è cattivo; questa è la destra, quella è la sinistra; qui c'è il giusto e là lo sbagliato. In effetti è vero. E' più facile vedere la realtà così. Cavolo ecco il segreto, l'appiattimento superficiale della complessa realtà. Ed è anche più semplice vivere in un mondo così, no?

Sono quelli che ai ventenni di oggi dicono di essere degli sfigati, mammoni. Che è un po' l'abbrutimento di quello che dicevano a noi. Di nuovo giudicando dall'alto, come se il fatto di aver avuto vent'anni negli anni sessanta-settanta, li rendesse per partito preso abili a sparlare di queste sfigate generazioni a venire.
Come se noi fossimo usciti dal nulla e non dalle loro viscere.
E sì, signori, qualche sfigato ci sarà pure tra noi 35enni e 20enni. Ma state tranquilli che anche tra di voi qualche testa balenga c'era.

I sessanta-settantenni sono quelli che ci governano. Non ne posso più delle loro cravatte. Dei capelli grigi. Dei "gli anni della mia formazione"... Non ne posso più di quei Professori, di quei Dottori, di quegli Scrittori, di quei Giornalisti. Pare che la loro missione sia pontificare senza mai un cenno di analisi, ma che dico analisi, mi farebbe contenta anche solo un po' di ironia.


Sono stufa delle dita puntate. STUFA! E come dice Mons. Bettazzi, ricordiamoci che quando si giudica e si punta l'indice contro un altro, un dito indica, uno guarda in alto mentre le altre tre dita guardano colui che giudica.

Loro sono una specie rara. Ogni primavera si risvegliano dal torpore e rinverdiscono, rifioriscono. Ma quella foglia là era identica a quella dell'anno scorso, e anche quel fiore rosso aveva lo stesso petalo sciupato. Ogni foglia sempre uguale a se stessa, la linfa stanca ripercorre lenta la stessa identica strada anno dopo anno. I rami non tendono più al cielo sdoppiandosi, ma rimangono lì immobili. Fieri della posizione conquistata.

13 commenti:

  1. Hai ragione, continuano a dire che loro sono quelli che ...
    che hanno lavorato duro per noi
    che hanno lottato per noi
    che ci hanno lascito cose solide ....
    Siamo cresciuti a "dovete fare come noi", ma quello che mi fa imbestialire é che qui i posti di lavoro, sia quelli buoni che quelli ottimi sono in mano a persone over 60, a persone che potrebbero godersi la pensione e lasciare parecchi posti, non dico ai giovanissimi, ma a tanti 30-40-50 enni che hanno tutte le carte in regola per poterci provare, che danno nuova linfa alla società e che a causa della disoccupazione o di lavori modesti fa molta fatica.
    Ma non si rendono conto che l'economia é una ruota, che se uno sta bene finanziariamente spende ?
    Facile dirci che loro stavano meglio, erano gli anni del boom economico ...

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  2. mi piaci un sacco così, con i capelli girati dall'altra parte! proprio due sere fa facevo le tue stesse riflessioni e concludevo sono stufa! ascoltavo il tg, si diceva "... dopo il governo tecnico ci sarà un cambiamento anche nella politica...", ma come? se Loro saranno sempre gli stessi, incollati lì???

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  3. Mazza ..... che primavera!!!
    concordo comunque
    un bacio, gabri

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  4. Come hai ragione! E quante volte ho pensato e rinfacciato queste cose a mia madre!
    Aggiungerei tante altre cose a quelle che dici, ma te ne lascio una per tutte: la mancanza di speranza che proprio i vecchi scaricano ai giovani, è il loro modo per abbatterli, per tenerli al loro posto, all'angolo, altrimenti li detronizzano, ci riescono perchè i giovani oggi sono puliti, sono fragili, perchè sensibili e aperti.
    Ne conosco tanti di giovani e ogni volta mi stupisco di come siano belli e maturi, ci sono sì anche i disadattati, ma il più delle volte fanno male a loro stessi, i loro nonni invece facevano la guerra o il terrorismo, una certa differenza di qualità è evidente!

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  5. uh. questo è un cavallo di battaglia del Barbuto...

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  6. Mi hai tolto le parole di bocca... Sto lavorando anche io ad un post simile. Ti manderò il link non appena pronto.
    Nel frattempo ti consiglio di leggere la prima parte di "non è un paese per vecchi" di Loredana Lipperini: parla proprio di questo!
    Solidarietà a mille!

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  7. Un post favoloso con il quale non posso non essere d'accordo!!! ... grandi verità!

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  8. !!!!!!!!!!! Ah grazie, che bello leggere queste cose!

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  9. condivido e sottoscrivo!!! Anch'io faccio un bel respiro: una bella ventata di freschezza! Mi sa che i capelli sono girati dalla parte giusta ;)

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  10. I miei genitori sono di quella generazione. Non voglio fare di tutta l'erba un fascio. E di sfigati della nostra generazione ne ho incontrati davvero tanti. Io sposterei l'attenzione su due aspetti: la difficoltà che, in ogni tempo, incontrano le persone valide a condurre il gioco e sulla cronica insoddisfazione reciproca fra generazioni. Tutti i figli desiderano uccidere il padre, prima o poi.

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    1. I due aspetti che indichi sono molto interessanti. Penso sia molto nostra, italiana, questa incapacità di delegare il potere. E penso anche che l'insofferenza sia maggiore proprio per questo. Grazie...

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  11. Non appartengo alla meglio gioventù degli oggi 60-70enni, ma nemmeno a quella dei 35enni. Sto in mezzo, e questo mi rende un po' partecipe di entrambi. Ho visto il 68 da bambino, ho vissuto gli anni di piombo da adolescente, sono andato ai funerali di tre poliziotti uccisi dalle BR che già ero all'università.

    Ho visto i sogni di allora, i profeti del nuovo che avanza prendere il potere, e non lasciarlo più. Prima il potere mediatico, poi quello reale. Ho visto gli ideali piegarsi al potere, e al soldo.

    Eppure la meglio gioventù ci ha provato. Il risultato spesso è stato desolante, ma ci ha provato. E' l'apparente assenza di sforzi che mi colpisce delle generazioni dopo la mia. Dico apparente perché invece di sforzi ce n'è, e tanti. Silenti. Vissuti nel proprio individualismo.

    Leggevo in un altro blog della disillusione verso le forme di manifestazione sociale, verso gli scioperi. Si, spesso non servono, ma che c'è d'altro, per farsi sentire? Nulla, e nulla sia....

    Ma vedi, alla fine penso che non ha alcun senso discutere fra generazioni: è un bellissimo modo per perdere di vista il vero problema....

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