Un etnologo nel metrò di Marc Augé
Non vivo in una città col metrò. Ma ho vissuto Milano nella metro. Ho iniziato a 16 anni quando, finite le lezioni al liceo, col treno prima e poi con la metro mi recavo a lezioni di teatro. Ho poi ritrovato la stessa Milano dopo la laurea.
Augé è l'ideatore dell' "antropologia del quotidiano". Il metrò che analizza è quello della sua città: Parigi. Parte dalla memoria:
basta, a volte, il caso di un itinerario (di un nome, di una sensazione) perché il viaggiatore distratto scopra all'improvviso che la sua geologia interiore e la geografia sotterranea della capitale hanno punti di contatto...Ogni fermata è un ricordo, un periodo della vita. E il cambio di itinerari segna le svolte private delle persone.
Poi parla della solitudine del viaggiatore della metro e del significato dei nomi delle stazioni fino ad arrivare all'analisi della figura del mendicante.
Dedico la mia rilettura di questo libretto alla Stima e a tutti gli amici che gravitano nella metropoli lombarda e che salgono e scendono nei sotterranei meneghini. Non so se a Roma la metro lascia la stessa impronta. Romani, se passate di qui fatemelo sapere!!
Quando ero in terza, il nostro professore di francese ci aveva fatto notare che il più bell'alessandrino della lingua francese era scritto sui vetri delle porte del metrò.
MANUALE DEI CALZINI SELVAGGI
Tutto quello che bisogna sapere per difendersi da questa piaga
di Pablo Prestifilippo
Io ho tantissimi animaletti di questo tipo a casa mia. Due - Tre cose che ho imparato da questo librino:
- CHE COS'E'? E' un calzino tessuto con lana selvaggia. Lo si riconosce dalla sua tendenza a dirigersi dove vuole.
- DA DOVE VIENE? La lana selvaggia viene dalle pecore selvagge.
- COME SI TOSANO? Dal parrucchiere o a tradimento.
- COME SI TESSE? La lana selvaggia è molto ribelle e si ingarbuglia continuamente
- ALCUNE RAZZE: Calzino a pelo corto, calzino peloso, calzino etnoelamac, calzino groviera
- LA PSICOLOGIA: Dormono a qualunque ora del giorno, si appallottolano per conservare il calore e concentrare al massimo il loro odorino.
Un etnologo nel metrò, sei libera di non crederci, mi è venuto in mente nei giorni scorsi. Forse ero a Pagano. Ho pensato: peccato non averlo letto. era tra i libri a scelta nella bibliografia dell'esame di etnografia. Ai tempi avevo scelto Sud e Magia. Ma perchééééééééééé? Inganni.
RispondiEliminaE con questa siamo a due segnalazioni di libri che voglio assolutamente!
RispondiEliminaquesto non è un blog, è una miniera di idee ;-) Un abbraccio
RispondiEliminaabbiamo la metro da 5 anni ed ancora non c'ho messo piede. In compenso ho una discreta esperienza con quella londinese.. Mi sta proprio chiamando, quel libro lì! :)
RispondiEliminaAh ah!!! Anche io ho un sacco di calzini spaiati in casa! Mal comune mezzo gaudio eh eh!!!
RispondiEliminaSono fuggita da Milano e della metro mi ricordo lo straniamento di non sapere che tempo c'era fuori e la curiosità per le persone che mi passavano vicino (ma anche il fastidio per i vari odori umani specie in estate). Mi interessa.
RispondiEliminaIl secondo mi sembra divertente e ho visto che ce l'hanno in biblioteca. La prossima volta lo cerco.