Le varie vicissitudini della nostra politica italiana, che sembrano più che altro un film erotico-impegnato degli anni '70 e la grave tragedia che sta colpendo i paesi dell'Africa del Nord, mi fanno sorgere una domanda. Ma io cosa penso della Politica? E come la voglio raccontare ai miei figli?
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Rappresentazione iconografica del cervello di K. |
Ecco, in questo frangente il mio ego di mamma si gonfia come una mongolfiera, ma poi penso che no. Non è vero, o meglio, è vero in parte. Perché la famiglia, per quanto ci giriamo in tondo, non è una democrazia, e i nostri figli fanno così perché noi abbiamo scelto per loro, diciamo che li stiamo portando per mano lungo un sentiero che noi abbiamo spianato. Non parlerei di politica.
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Letture di K. |
Penso anche che la politica debba essere pragmatica, ma non quel: "Oh signor K., ma ha visto la piazza?? Ma non si può fare qualcosa? Ma non fate niente??". Io a questo risponderei con: "Ma accidenti ma se è un mese che il signor K e i suoi scrivono articoli, fanno serate, chiedono firme... e allora!!! E allora!!! Ecco, sai cosa ti meriti, di scivolare anche tu su quella lastra di cemento gelata che vi ostinate a chiamare piazza!!! Chi hai votato eh? Dai, dimmelo!!" e invece lui risponde: "Eh sì, è da un po' che ci muoviamo per cercare di capire come affrontare........" ecc. ecc.
Ecco, fare politica vuol dire mediare pazientemente, andare avanti e poi, se qualcuno s'è perso per strada ritornare indietro e riparlare, altro che la sciarpa che sto facendo a lana... la politica è un lavoro di fine cesellatura.
La politica è anche osare incamminarsi su sentieri nuovi e non continuare a guardarsi le spalle, superare la guerra fredda degli anni '50 è lecito nel 2011, no?
La politica è anche osare incamminarsi su sentieri nuovi e non continuare a guardarsi le spalle, superare la guerra fredda degli anni '50 è lecito nel 2011, no?
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Scrivania di K. - parte 1 |
Però. Quando siamo a tavola, la sera, e parliamo di quello che succede nel nostro piccolo paese o in quello grande, ogni tanto mi scappa un "bisogna fare qualcosa..." e K. mi guarda con gli occhi da cui passa un lampo che dice: "oh no, anche tu", ma se ne va subito e poi aggiunge: "cosa possiamo fare che non abbiamo ancora fatto? Dai, pensaci anche tu..." e il giro ricomincia.
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Scrivania di K. - parte 2 |
Alla fine della campagna elettorale, tre anni fa, l'ultima sera, stremati da un tour de force allucinante, attaccati da destra e sinistra senza sosta, la lista civica fece una festa nel centro della nostra città. K. prese il microfono per ringraziare e suo figlio maggiore, che come suo padre quando vede un microfono non capisce più niente, glielo soffiò in un volo annunciando che il giorno dopo saremmo andati tutti a Gardaland. Tutti, ma proprio tutti tutti. Aveva scambiato quelle persone che avevano condiviso un sogno politico in amici con cui andare nel posto per lui più bello al mondo. Forse anche questo scambio è fare politica.