Il libro è questo:
Guarda e coltiva di Tina Davis
E' un preziosissimo libro pieno di attività sul giardinaggio. Per bambini e non solo. E' in stile vintage, con delle tavole illustrate meravigliose, prese direttamente da vecchi manuali di giardinaggio degli anni quaranta-cinquanta. Tutte le attività proposte si possono fare tranquillamente anche in casa, perché per lo più sono operazioni sui vasi. E' una meraviglia agli occhi ed è stato pensato proprio chi non ha il pollice verde (IO!!!!) e per chi non ne sa nulla. Il primo capitolo è: Tutto sulle piante - Che cos'è una pianta? Seguito da cos'è una foglia, un radice, un fusto, ecc. Ma la cosa ancor più interessante è che le attività sono divise mese per mese per la durata dell'intero anno...
A proposito di arrivo di primavera, noi ieri sera siamo andati ad assistere al rogo della Giubiana. Si tiene l'ultimo giovedì di gennaio ed è un imperdibile appuntamento legato alle nostre tradizioni contadine.
E' forse l'unica ancora che ci tiene legati alla terra, è l'unico elemento irrazionale che gioca ancora un ruolo importante della nostra formazione di brianzoli concreti, pragmatici fino allo sfinimento. Tutti i bambini aspettano la Giubiana frementi, la storia della strega che vive nei boschi (ogni comune ha variato la storia della Giubiana a seconda delle proprie vicissitudini legate alla Storia con la S maiuscola...) e che mangia i bambini, che viene bruciata... Tutto questo ha il sapore delle storie dei fratelli Grimm, delle favole dove il male è il male e il bene è il bene. Che impaurisce ma non confonde, che ci concede di stare seduti dalla parte della ragione.
E' un rito pagano, che bello! Senza infingimenti, senza altri orpelli se non quello che è! Così palesemente arcaico, così legato a quello che eravamo. Fino a cinquant'anni fa, ogni cascina faceva la sua Giubiana con il fieno e gli stracci. Si faceva il falò, dopo aver mangiato il riso con la luganega (salsiccia) e ci si scaldava e si guardava come bruciava la cattiva stria... Bruciava così l'inverno buio, freddo, che ghiaccia la terra e la rende ruvida e dura e si ricominciava il lavoro nei campi...
Così noi ieri, intorno al fuoco, coi bambini che ballavano e buttavano le micette nel fuoco... E più passavano i minuti e più le persone intorno all'immenso rogo si stringevano intorno a quel maestoso fuoco per sentire il calore.
Il fuoco si levava dritto come un bastone luminoso.
Buon auspicio per la primavera in arrivo...
non conoscevo questo lato tribale della brianza! bello! (noi in brianza ci siamo divertiti un sacco andando per mobilieri, poi abbiamo preso quasi tutto a milano ;D)
RispondiEliminaEcco... ma dico io si possono comprare i mobili a milano?!?!?
RispondiEliminaBello! Mi è piaciuto molto quello che hai scritto: "E' un rito pagano, che bello! Senza infingimenti, senza altri orpelli se non quello che è....".
RispondiEliminaIn Romagna abbiamo una tradizione simile, accendiamo la fogheraccia il 18 marzo, per salutare l'inverno.
Anche noi bruciamo la giubiana! Mi piace un sacco come tradizione, anche se non ho ancora mai portato PF...
RispondiEliminaSarà per il prossimo anno :-D
Un bacione
@Pollon72: ho reminiscenze bolognesi del "vecchione" bruciato... ma la fogheraccia proprio non la conoscevo. Mi devo applicare (ogni scusa è buona per venire dalle tue parti!!).
RispondiElimina@Paola: è un rito "forte", non tutti i bambini lo amano...
Ok, allora ti aspetto per la fogheraccia, il 18 marzo :-)
RispondiEliminaTi va di fare un pochino di pubblicità al giveaway per solidarietà che è sul mio blog?