domenica 9 gennaio 2011

LENTO RISVEGLIO ovvero USCIRE DAL NIDO

Ecco, oggi è proprio una di quelle giornate che no. In realtà è più di una la giornata che no. Mi inorridisce l'idea che domani tutto riprenda con il suo ritmo feriale. Mi inorridisce questo cielo plumbeo, bagnato, grigio-chiaro. Certo, l'influenza non aiuta a vedere le cose nella giusta prospettiva, lo so... ma non è solo questo. L'influenza apre varchi dove già il muro era cedevole.
Di fatto: fatico a iniziare. Qualsiasi cosa.
Poi, pochi minuti fa, sfogliando quasi distrattamente l'inserto della domenica de Il Sole 24 Ore (sì, avete letto bene, l'inserto più bello mai pubblicato da un quotidiano....), mi sono imbattuta in questa foto:


E poi ho visto questa:


E sono stata lì, parecchi minuti. Perché le trovavo stupende. E pensavo: ecco cosa mi ci voleva. Questi ritratti. E mi è venuta voglia di vedere chi è questo Maurizio Anzeri e ho trovato un po' di cose qui


E ho avuto anche la forza di indignarmi vedendo che si è formato a Londra e pensando che noi italiani siamo condannati al vagabondaggio per trovare i giusti meriti (anche perché i suoi lavori facevano da cornice ad un articolo su Franco Moretti, docente di letteratura a Stanford).
Stare a casa, rintanati, fa riflettere, o almeno è così per me. A volte vorrei smettere, sospendere per un po' l'ininterrotto lavorìo della mia testolina, ma temo sia la mia condanna.
Penso spesso in questi giorni alla bellissima rubrica sui diritti dei bambini di Piccolalory e penso anche ai commenti che lasciate e in questi giorni soprattutto a quello di Stima di Danno, lasciato qui. E' vero, dovremmo allargare i confini e pensare anche ad altri diritti, più faticosi. Pensare ai nostri diritti. Di madri. Non di mamme. Di madri. Questo termine che parte dolce e termina duro, il mio prof direbbe che in questa parola il significante è uguale al significato. Quello che appare è quello che è.
Perché essere madri è dura e anche smettere di esserlo è dura, o cercare di esserlo in modo diverso.
Sento ogni tanto il bisogno di guardare fuori da questo mio nido incasinato e di trovare un appiglio per riemergere in modo ottimista, positivo o semplicemente sereno. L'arte, la musica, il cinema, il teatro. I miei appigli. E lo so anche i vostri e ancora
Adesso è questo il mio pensiero e insieme il mio proposito. Il diritto delle madri a uscire dal nido serene e rappacificate.

3 commenti:

  1. http://seavessitempofarei.blogspot.com/2011/01/il-diritto-al-disordine.html
    lei sta scrivendo i diritti delle mamme in chiave ironica.
    non delle madri, non come la intendi tu. ti sei data un proposito complicato e bello, difficile da realizzare persino per questioni organizzative, ma direi soprattutto per la difficoltà di "staccare" la testa dalla mammitudine.
    io sto abbozzando soprattutto attraverso la ricerca iconografica il mio percorso di madre in continuo dialogo con tutto il resto di me e del mondo; al contrario di te inizio facilmente ma faccio fatica a strutturare e poi a finire, mi perdo in mille rivoli... o forse in questo magma fluido sta la mia strada, chissà.

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  2. Mh, belle cose ha fatto questo artista!

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  3. sì non è facile il ruolo..forse proprio perchè ruolo..a me sta già stretto. Uscire dal nido è più semplice quando i cuccioli cominciano ad essere più autonomi, così mi stupisco di tornare ad essere ancora me...solo io, un po' mi rende euforica un po' mi sento spezzata..uffff..sempre pensieri..ma a volte si può vivere un'esperienza da sole così con qualche amica e sembra che il tempo si sia fermato per un po'...giusto il tempo di rientrare nel quotidiano ruolo di madre...Ma con un pezzo in più nel nostro complesse "io".
    Grazi Vale...leggendoti un po' mi leggo...

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