giovedì 13 ottobre 2011

MANDALA ovvero RIPARTIRE DAL CENTRO

Oh, Stima. Che settimana. Difficile, ostica, rognosa, faticosa, tremenda.
Ho avuto l'impressione di toccare il fondo e di soffocare. Di non vedere vie d'uscita e, a tratti, di non aver voglia di viaggiare verso l'uscita.
Ho chiuso i ponti, anzi no. Mi si sono rotti i ponti, così... all'improvviso e ho avuto paura.
Mi sono disperata come un pesce fuor d'acqua che annaspa per tornare verso il mare e nel mio sbattermi e scodare ho incrociato preziosi aiuti.

Mandala quattro mani: Gnomo Uno e MiV
Grazie a F., il mio fedele shiatsuga. Ha rimesso a posto i miei Yin e Yang spanati. Ha dato calore dove c'era freddo. Ha rilassato dove era contratto.
Grazie alla mia incasinata famiglia allargata. Ho imparato che c'è un momento in cui è doveroso chiedere aiuto, in cui abbassare le spalle e arrendersi. Ho imparato che l'orgoglio irrigidisce e blocca, mentre io ho bisogno di andare avanti. Ho imparato che è bello tornare figli, a volte.

Mandala MiV
Grazie a René, mio faro semestrale, che snoda dove riesce i fili delle mie paure. Grazie alla sua cura, mi aiuta a tenere il centro. Quando vado da lei guardo le sue innumerevoli orchidee, guardo i suoi occhi grandi e mi sciolgo. E così, la medicina diventa un'altra cosa, davvero un percorso di guarigione.
Grazie a tutte le persone del mondo reale, come le chiami tu, Stima, che vedendomi saltuariamente mi gridavano: "Ehi, non stai aggiornando il blog! Tutto bene?". Questo camminare avanti e indietro tra il mondo reale e quello virtuale mi serve. E' solo che a volte la realtà prende il sopravvento e mi blocca.

Il mio mandala a mano libera.

Grazie Melablu. Davvero.
Grazie ai mandala. Ad un certo punto, come un leone in gabbia, ho avuto bisogno di fare qualcosa. Di usare le mie mani per fare in modo da liberare la mia mente. Nel trambusto del mezzo trasloco, mi era rinvenuto in mano un vecchio libro di mandala, che coloravo al liceo.
Il mandala è un cerchio decorato con motivi per lo più geometrici. I monaci buddhisti lo usano come strumento di meditazione. 
Sono andata al super, in quelle librerie da super e l'ho trovato: Mandala Kids. Va bene, mi sono detta. Il mio era sepolto in non so quale cartone. A casa ho preso i Turbo Giotto e ho cominciato a colorare. Partendo dal centro, per poi allargare. Scegliere il colore, stare nei bordi. Alternare. E assaporare la simmetria di un mondo perfetto. Il respiro si è fatto profondo e ho capito che dovevo disegnarne uno più grande.
I monaci usano la sabbia colorata. Io ho preso la carta da pacco e ho cominciato a disegnare cercando, sforzandomi, di fare cerchi a mano libera più vicini possibile alla perfezione.
Il risultato è stato questo:


Questi giorni lo coloro. Ho comprato il pennello e le tempere sono pronte.
Parto di nuovo da lì, dal centro e per una volta lì metto me stessa.

6 commenti:

  1. Oi, sono contenta di sentirti così.
    Del resto, i turbogiotto fanno miracoli, si sa.
    Non vedo l'ora di vederti.

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  2. Vedremo dunque presto tutti i tuoi colori ! Un saluto !

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  3. Anche a me mi si sono rotti i ponti, tutti! Non ho chiesto aiuto e ora sto come sto e ben mi sta ;-)
    Penso che andrò di matita, che anche a me fare qualcosa con le mani di solito mi rimette in sesto.

    Sempre bello leggerti!

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  4. :-)
    sono cerchi perfetti. Ma anche se non son perfetti chissenefrega, no? ;-)

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  5. Anche io ho un libro del genere, ma non ho ancora trovato il tempo per disegnarne uno... ;-(((

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  6. bellissimi Vale...i mandala e tu che li hai creati...
    sono terribili i momenti di passaggio... ma è proprio bello (e difficile a volte) chiedere aiuto...ed essere aiutati...
    (una volta ho fatto un mandala in gruppo con elementi naturali...affascinante! ma con pennelli e tempere mi manca...mmmmm)

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