mercoledì 3 dicembre 2014

AFFONDARE IL COLTELLO ovvero BABBO NATALE DISVELATO

La casa è già addobbata. I folletti sono già venuti tre volte a riempire il calendario dell'avvento. Le lettere sono già nella testa dei miei tre nani. 
Ma uno mi guarda in silenzio ogni volta che sfioriamo l'argomento natalizio. E quello sguardo, quegli occhi puntati su di me, in attesa di risposte che dovrei dargli a prescindere dalla domanda, mi mette un po' a disagio.
Finche ieri il momento è propizio. Siamo io e Uno soli.



"Io credo che siate voi a portare i doni, non Babbo Natale"
E io sento un occhio inumidirsi, solo uno davvero.
E non so se si inumidisce per la malinconia di un'età bambina che è passata così velocemente o se lacrima per la felicità di vederlo crescere questo piccolo uomo.
Sta di fatto che comincia a tempestarmi di domande:
e come si fa? E dove si prendono i giochi? Quando si mettono i regali? Ecco perché eravate più agitati noi di voi! 
E tanto altro.
Beh, mi dico, è andata. Pensavo peggio. 
E invece sono qui a stendere tranquilla.
Quando di nuovo mi si avvicina:
"Ma i folletti invece sono veri vero? Solo loro a riempirci il calendario...." e questa volta lo sguardo era supplicante, tipo: almeno questo lasciamelo.
E qui ho tentennato. 
Non ho avuto subito la risposta esatta, ma dentro di me si levava piano piano l'immagine di un coltello che recide. Perché questo ho capito quest'estate grazie a Uno, che essere genitori spesso vuol dire recidere, staccare brutalmente, in un certo qual senso far morire delle parti.
E così ho fatto morire quella parte di Uno:
"No, non sono i folletti, siamo sempre noi."
Come quest'estate in cui gli ho detto che non erano gli amici che non potevano invitarlo a casa, era che non volevano. 
Disvelare la realtà è opera faticosa a tratti ma necessaria.
E come tutte le cose drastiche, dopo ti lascia addosso spossatezza ma anche leggerezza e voglia di ricominciare a rivedere le cose.

E' quello che mi manca in alcune giornate, qualcuno che sveli anche per me. Che tronchi i rami secchi che ancora cerco di annaffiare. 

1 commento:

  1. Urca che fatica. Complimenti.
    Io mi sono ritrovata a LASCIAR INTENDERE al Pulce, che già due anni fa aveva mangiato la foglia, la VERITA', ma con gli occhi ci siamo trovati d'accordo che facevamo finta di niente, un po' per il fratellino piccolo, un po' perché era bello avere un segreto magico, un po' perché era bello così, ogni tanto dimenticarsi e comunque aspettare aspettare, perché alla fine non sai mai cosa arriva.
    (E da noi arriva PRIMA!!!!!!! :D Lo scrivono anche sul quaderno, siamo a -9. ODDIO)

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...